Ucciso a vent'anni perchè ha rapinato il supermercato di Ercolano - Live Sicilia

Ucciso a vent’anni perchè ha rapinato il supermercato di Ercolano

Aldo Ercolano, figlio di Pippo
Processo Thor: un caso di lupara bianca del 1990.

CATANIA – Un altro caso di lupara bianca. Un altro giovani ingoiato dal nulla. Antonio Furnò, 20 anni appena, è scomparso il 18 settembre 1990. Sono passati trent’anni. E solo oggi i familiari sanno che destino tragico ha avuto. Alla sbarra, nel processo Thor, c’è Aldo Ercolano e Francesco Di Grazia. 

L’unica colpa del giovane sarebbe stata quella di fare una rapina in un supermercato di Aldo Ercolano. A strangolarlo sarebbe stato il figlio dei cugini Pippo Ercolano e Grazia Santapaola (sorella di Nitto). Questo racconta nel 2018 Francesco Squillaci alla magistratura. Presenti all’omicidio “Salvatore Pappalardo, poi ammazzato, Francesco Di Grazia, Natale Di Raimondo e Giovanni Rapisarda”. Poi il corpo è bruciato con il solito metodo dei copertoni. “Qualche giorno dopo Squillaci – racconta il pm al gup – legge sui giornali l’appello accorato della madre sul figlio scomparso”. 

Anche Natale Di Raimondo racconta di quest’omicidio, ma racconta un’altra versione. “Non ricorda se fosse presente Aldo Ercolano, ma sicuramente non l’avrebbe commesso lui personalmente. Comunque il mandante è sicuramente lui”.  “È Aldo Ercolano a fornire le videocassette del supermercato e a chiedere al Natale Di Raimondo di individuare i rapinatori ed ucciderli, e così loro hanno fatto”. Il complice però non è toccato per una parentela mafiosa. 

Liguori tira le fila: “In conclusione, con riferimento a questo episodio omicidiario il racconto di Natale Di Raimondo è sicuramente più preciso di quello di Squillaci Francesco perché il primo è protagonista degli eventi e riferisce fatti di cui è a conoscenza diretta. In questo caso Squillaci è intervenuto solo nella fase successiva all’omicidio per distruggere il cadavere”. Comunque, poco cambia. Per il pm non ci sono dubbi sulla “responsabilità dell’Ercolano come mandante dell’omicidio e quella di Di Grazia e di Di Raimondo come esecutori materiali”. 


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