ROMA – “Bene, questo è tutto. Grazie dai rifugi di Azovstal, il luogo della mia morte e della mia vita”, “A proposito, mentre sono prigioniero vi lascio le mie foto in alta qualità, mandatele a tutti i premi giornalistici e concorsi fotografici. Sarà molto bello se vinco qualcosa, dopo essere uscito”, sono questi gli ultimi tweet di Dmytro Kozatsky, conosciuto da tutti come Orest, e soprannominato l’occhio di Azovstal.
Il fotografo ha affidato a Twitter e un link a Google Drive le sue fotografie destinate a rimanere come pietra miliare del racconto della guerra in Ucraina e della resistenza dentro la più grande acciaieria europea, simbolo della resistenza di Mariupol.