PALERMO – “Sinceramente non capisco perché Cesa sia venuto a Palermo, così come non comprendo le ragioni del commissariamento”. Il presidente dell’Udc Gianpiero D’Alia commenta così il lungo incontro tra il segretario nazionale, il commissario Antonio De Poli, i vertici siciliani e il gruppo all’Ars del partito di centro. “Mi sembrava ci fosse una divergenza politica. Avevo capito che Cesa in Sicilia avesse voluto un accordo con Forza Italia e con il centro destra”, osserva D’Alia. Posizione “molto distante dal gruppo dirigente regionale dell’Udc”. Un dato che però “non è emerso nel corso della discussione di oggi, e quindi francamente non capisco dove sia questa spaccatura. Tanto rumore per nulla, insomma”, aggiunge D’Alia. Il cui giudizio sul centro destra siciliano è tranciante: “Surreale, patetico e in stato di coma irreversibile, per com’è messo e per quello che sta facendo Miccichè”.
Il muro contro muro all’interno dell’Udc era nato dalla decisione della direzione nazionale di commissariare il partito in Sicilia. Che nel frattempo aveva eletto come segretario regionale Adriano Frinchi. Una questione “che è tuttora pendente presso gli organi di garanzia statutaria nazionale”, ricorda D’Alia. Il partito siciliano, intanto, resta commissariato e affidato al senatore Antonio De Poli. “Il ruolo del commissario è quello di convocare i congressi, che i nostri iscritti hanno già convocato. De Poli potrà aiutarci nell’organizzazione”, si limita a commentare il segretario nazionale.
“Martedì sarà stabilito il percorso congressuale nazionale, che coinvolgerà anche la Sicilia”, le parole del segretario nazionale Lorenzo Cesa al termine dell’incontro. “Abbiamo discusso dell’idea di ricreare un centro popolare che raggruppi le forze centriste, che sia alternativo alla sinistra ma anche al populismo della destra”.