Uffici stampa, critiche dell'Ordine |alla norma votata dall'Ars - Live Sicilia

Uffici stampa, critiche dell’Ordine |alla norma votata dall’Ars

"Discriminati i pubblicisti".

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PALERMO – “L’emendamento sugli uffici stampa approvato dall’Assemblea regionale siciliana viola la legge 150/2000 e discrimina i pubblicisti”. Lo afferma in una nota il vicepresidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, il siciliano Santino Franchina, che contesta l’ennesimo tentativo di escludere gli iscritti all’ Elenco dei Pubblicisti dai concorsi pubblici e ricorda come l’Ordine nazionale ha più volte evidenziato che la legge non consente tale discriminazione.

La legge n. 150/2000 stabilisce che “gli uffici stampa sono costituiti da personale iscritto all’albo nazionale dei giornalisti” e risulta evidente che questa norma, peraltro recepita in Sicilia con l’art. 127 della l.r. n. 2/2002, include tanto gli iscritti all’Elenco dei professionisti quanto a quello dei pubblicisti.

Di recente è intervenuta pure una nuova norma (l.198/2016) che, nel rinnovare la legge istitutiva dell’Ordine dei Giornalisti, ha esplicitato che l’esercizio della professione è riservato agli iscritti “nell’elenco dei professionisti ovvero in quello dei pubblicisti dell’albo istituito presso l’Ordine regionale”.

Appare penalizzante anche il passaggio che prevede, tra i requisiti per la partecipazione ai concorsi, quello di avere almeno dieci anni di iscrizione all’Albo e la riserva di dieci posti a quelli che hanno lavorato per almeno tre anni nell’ufficio stampa della Regione. L’anzianità di iscrizione non assicura, comunque, l’accesso a giornalisti che abbiano una competenza specifica, mentre rischiano di essere esclusi molti colleghi che hanno un’esperienza qualificata per aver lavorato anche in amministrazioni decentrate.

L’auspicio dell’Ordine, quindi, è che si provveda al più presto alle opportune correzioni “per eliminare evidenti ingiustizie e motivi di illegittimità anche al fine di evitare controproducenti contenziosi che finirebbero per bloccare gli stessi concorsi”.

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