CATANIA – Un salasso per le famiglie, un rischio per le casse comunali. Gli addetti ai lavori non hanno alcun dubbio su quanto la seconda rata dell’Imu – Imposta municipale unica – in scadenza proprio oggi, peserà sulle tasche delle famiglie catanesi. Le aliquote stabilite per Catania dall’amministrazione comunale, sono infatti tra le più alte di Italia e hanno fatto lievitare la seconda rata a livelli enormi, con importi esosi anche per quanto riguarda la prima abitazione.
A illustrare lo scenario che potrebbe verificarsi in città, Calogero Cittadino, ex componente del Collegio dei revisori dei conti del Comune, commercialista e presidente dell’associazione Kataneconomie che sta fornendo assistenza ai cittadini per il calcolo della tassa, che si sofferma non solo sulle difficoltà oggettive con cui sono costrette a fare i conti le famiglie, ma anche sulle conseguenze che il mancato incasso della seconda rata dell’Imu potrà avere sulle casse di Palazzo degli Elefanti già in pre-dissesto e, conseguentemente, sull’intera città.
“Gli ultimi 15 giorni sono stati molto difficili per i contribuenti – spiega Cittadino a LivesiciliaCatania – perché i catanesi hanno avuto grosse difficoltà di fronte alla seconda rata dell’Imu, il cui importo, nella stragrande maggioranza dei casi, è davvero esoso. Il Comune infatti – continua – ha stabilito di applicare le aliquote al massimo, almeno per quanto riguarda la seconda casa”.
Secondo Cittadino, sono numerose le famiglie che hanno deciso di non pagare interamente la seconda rata: circa il 20 per cento, infatti, avrebbe stabilito di versare solo la parte dovuta all’Erario e non quella destinata al Comune, per poi saldare il tutto in un secondo momento. E questo, potrebbe fare sballare le previsioni dell’amministrazione comunale relative all’incasso dell’Imu, creando nuovi squilibri nei conti dell’Ente.
Una delle conseguenze del mancato incasso potrebbe essere il mancato pagamento degli stipendi ai comunali, come paventato dai sindacati, preoccupati per il pagamento di dicembre e della tredicesima mensilità, ma anche e soprattutto per la crisi di liquidità del Comune, che sta colpendo lavoratori e indotto. “L’amministrazione comunale, che stando ai dati dell’Osservatorio Uil sulle Fiscalità locali si appresta a incassare 79 milioni di euro dall’Imu, s’è impegnata a pagare ai dipendenti la tredicesima entro il 21 dicembre e gli stipendi non oltre il 7 gennaio – affermano il segretario generale della Uil Fpl di Catania, Stefano Passarello, e il segretario organizzativo, Tommaso D’Amico. “Ci auguriamo che gli impegni vengano rispettati e che non si debba verificare nei fatti lo stato di dissesto del Comune”.