PALERMO – “Senti Mario è arrivata la Tari… a me a mio figlio tu mi hai detto che si deve aggiornare”, chiedeva un amico a Mario Filì. Quest’ultimo, dipendente del Servizio Tributi del Comune di Palermo si sarebbe attivato per annullare gli avvisi di pagamento. Il giudice per le indagini preliminari Filippo Serio, su richiesta della Procura della Repubblica, ha sospeso il dipendente per 12 mesi.
Filì, 54 anni, originario di Bompietro, è indiziato dei reati di frode informatica e accesso abusivo al sistema informatico.
Gli specialisti del Nucleo di polizia economico-finanziaria (Gruppo tutela mercato beni e servizi), coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, hanno intercettato e pedinato Filì dopo avere ricevuto la denuncia da parte del Comune.
Qualcuno si era accorto degli anomali accessi alla banca dati “Sige Fluendo” utilizzata per la gestione dei pagamenti di Imu e Tari, e cioè la tassa sulla casa e per lo smaltimento dei rifiuti, che servono al malandato bilancio di Palazzo delle Aquile.
Il meccanismo illecito
Dalle indagini sarebbe emerso che Filì entrava nel sistema con la password di una collega, registrava versamenti e pagamenti mai avvenuti, riduceva gli importi dovuti oppure stornava i pagamenti da un contribuente all’altro senza alcuna pezza di appoggio.
Una decina le persone, fra amici e parenti, che avrebbero goduto del suo aiuto. Aiuto che sarebbe proseguito anche dopo il trasferimento in un altro ufficio, dopo l’avvio del procedimento disciplinare nei suoi confronti.
“Rigore contro le condotte scorrette”
“La corretta riscossione dei tributi risponde al fondamentale principio costituzionale di capacità contributiva, in base al quale ciascun cittadino è tenuto a partecipare alle spese della collettività in ragione delle proprie possibilità – spiega il colonnello Gianluca Angelini, comandante del Nucleo di polizia economico-finanziaria -. La guardia di finanza continuerà a perseguire con estremo rigore le condotte scorrette che ledono il principio di leale collaborazione alla base del rapporto tra Fisco e contribuente, con effetti negativi sull’entità delle risorse a disposizione degli enti pubblici e quindi sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini”.