Un evento per celebrare |il "signore delle bollicine" - Live Sicilia

Un evento per celebrare |il “signore delle bollicine”

Tra un Perlè rosè, un Giulio Ferrari riserva e un Ferrari Riserva Lunelli è trascorso il Ferrari Event, primo di una serie di appuntamenti mensili tutti dedicati ai vini d’Italia.

Cappella Bonajuto living
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CATANIA – Un ambiente intriso di storia, la Cappella Bonajuto, e inebriato degli intensi profumi della collezione di spumanti classici targati Ferrari, o – sarebbe più corretto scrivere – Lunelli, tre generazioni dedite al culto delle bollicine di qualità che, sull’onda, già peraltro nota, del marchio italiano continua ad interpretare il metodo classico TrentoDoc dal 1902 nel rispetto di una lunga e sana tradizione. I tanti partecipanti raccolti in sala, hanno avuto la possibilità di assaporare diversi bouquet di profumi (puntualmente raccontati dall’imprenditore Marcello Lunelli) accompagnati da finger food, pietanze calde e fredde della migliore tradizione siciliana interpretata dagli chef della Cappella Bonajuto living. Tra un Perlè rosè – proveniente da una selezione di pinot nero, dal sapore vellutato e piacevole – un Giulio Ferrari riserva – Chardonnay in purezza, dal colore paglierino brillante e il profumo con note di vaniglia – ed un Ferrari Riserva Lunelli – dalla trama fitta ed avvolgente ricco, frutto di una un’accurata selezione di uve raccolte con vendemmia naturale – è trascorso il Ferrari Event, primo di una serie di appuntamenti mensili tutti dedicati ai vini d’Italia. Dai vini “modaioli” a quelli “sempiterni” in un susseguirsi di emozioni che ha accomunato un pubblico di intenditori (molti infatti gli iscritti Ais) e anche di semplici amatori. Moltissime presenze femminili, tradizionalmente inclini a sorseggiare spumante, hanno poi subìto, in tarda serata, il fascino di un quadrat(in)o di purissimo cioccolato modicano, che grazie alla sua lavorazione a freddo e allo zucchero in cristalli, presenta una trama fitta, granulosa e friabile. Una delizia, all’unanimità!

Una viuzza, quella di via Bonajuto, che i tanti forestieri amano percorrere a piedi con un occhio all’ingresso ed uno alla guida di viaggio, tutti protesi ad acquisire le informazioni relative ad uno degli edifici più di rilievo risalente all’epoca bizantina. Cappella Bonajuto, infatti, inserita all’interno dell’omonimo palazzo barocco, nel popolare quartiere catanese presenta molteplici testimonianze medioevali e quattrocentesche, e la sua capacità di sopravvivenza – non si dimentichino infatti i terremoti che hanno colpito la città – rende gli ambienti interni meta fissa per crocieristi ma anche visitatori locali.

L’odierna fisionomia è il frutto di una serie di restauri recenti che seguono quelli degli anni trenta progettati da Paolo Orsi e Sebastiano Agati e quelli dei primi anni del 2000; riaperta al pubblico, per visite guidate è anche uno spazio culturale utilizzato per eventi artistici. Dal 26 ottobre e sino all’Epifania, infatti, saranno ospitate le opere di un importante maestro del giardinaggio e della flora spontanea, Libereso Guglielmi, artista di fama nazionale, che amava trascorrere le giornate nel giardino di Mario Calvino (da cui l’etichetta de “Il giardiniere di Calvino”, grandissime agronomo, oltreché padre di Italo, riconosciuto scrittore italiano).

Tante iniziative in cantiere da dedicare ad una Catania in fermento, che ha sete di cultura, come anche di arte o di appuntamenti che valorizzano le colture del territorio. Il prossimo 13 novembre, per esempio, l’azienda vitivinicola siciliana Tasca D’Almerita, con duecento anni alle spalle di “lenta mturazione”, sarà l’ospite d’onore, i cui vini (sapientemente presentati dall’enologo della tenuta Tascante) accompagneranno i “cibi di strada” facendo compiere agli ospiti un giro per le province della nostra isola a suon di musica swing, grazie alla presenza degli Swing time, gruppo musicale molto apprezzato a livello nazionale. Il barone Salvatore Bonajuto, la cui famiglia ne è proprietaria, Marco e Giacomo Timpanaro, a cui è stata affidata la gestione degli eventi hanno vinto la scommessa che si erano prefissati la scorsa primavera: quella di rendere fruibile un bene patrimonio di Catania e quindi dei catanesi, innanzitutto.

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