Un laboratorio di cultura araba| all’universita’ di Catania - Live Sicilia

Un laboratorio di cultura araba| all’universita’ di Catania

Ideato per gli studenti, ma destinato soprattutto alla cittadinanza catanese, si terrà tra novembre 2015 e aprile 2016. Moriggi: “Opportunità unica di conoscenza della cultura medio-orientale, fuori dagli attuali stereotipi ideologici”.

CATANIA – Inizierà l’11 novembre presso l’auditorium “G. De Carlo” dell’ ex Monastero dei Benedettini, il laboratorio “Conoscere il mondo arabo-islamico”, coordinato dal prof. Nicola Laneri, ricercatore in Archeologia e Storia dell’arte del Vicino Oriente. Come ha illustrato uno degli organizzatori, il prof. Antonio Pioletti, si tratta di un’iniziativa del Dipartimento di Scienze Umanistiche volta ad arricchire i laboratori universitari in senso trasversale: “Pur contenendo spunti culturali inerenti ai vari corsi di laurea, questi approfondimenti riguardano soprattutto l’essere cittadini, la realtà quotidiana”.

Ecco allora lo sviluppo di temi quali gli studi di genere e le mafie, in collaborazione con associazioni radicate sul territorio: GAPA, Legambiente. “I laboratori sono pubblici e aperti alla città”, prosegue Pioletti , “cosa che ci auguriamo possa essere recepita. L’iniziativa segue un appello per la pace e la salvaguardia del patrimonio culturale dei Paesi del Vicino e Medio Oriente , per il quale abbiamo raccolto un migliaio di firme. Ma occorrono iniziative concrete: si tratta di un patrimonio culturale esistente da secoli, che gli estremisti distruggono per lasciar spazio ai prodotti del fanatismo. E’ un mondo che conosciamo quasi solo per stereotipi”.

A tale appello si lega anche l’idea, condivisa dai vertici dell’università, di sostenere economicamente studenti provenienti dal mondo arabo per favorire l’interscambio culturale. Peraltro, spiega il prof. Laneri, l’ateneo catanese si avvia a diventare un nuovo polo per gli studi orientalistici, a livello linguistico e storico-archeologico. Quanto al laboratorio, chiarisce il docente, la partecipazione è semplice: “Basta mandare una comunicazione al mio indirizzo elettronico per essere inseriti. Sul sito del Dipartimento e su uno spazio di Facebook verranno inserite comunicazioni aggiornate. Gli incontri saranno nove, per 18 ore complessive, e la frequenza darà diritto a tre crediti formativi dopo una prova finale scritta e una breve relazione; le assenze massime previste saranno di due incontri sui nove totali” .

Questi requisiti, ovviamente, riguardano solo gli studenti. Alcuni temi degli incontri sono delineati da Marco Moriggi, professore di filologia semitica: “Conoscere le parole-chiave dell’Islam, i motivi che oppongono le minoranze religiose, o alcuni retroscena politici, permette all’ignoranza di non diffondersi. Questi saranno alcuni tra gli argomenti trattati, oltre a nozioni di geopolitica relative alla Libia e alla Tunisia: luoghi che ci riguardano nell’immediato. Del resto ci confrontiamo con una cultura che ha più di 4000 anni“. S’insiste sulla fruibilità degli incontri, che avranno un taglio principalmente divulgativo: chiunque potrà chiarirvi i propri dubbi rivolgendosi ad alcuni dei migliori specialisti in materia. Oltre che dai professori nominati, le lezioni saranno infatti tenute da Laura Bottini (storica dell’Islam medievale), Mirella Cassarino (docente di Letteratura Araba), Federico Cresti (professore ordinario di Storia dell’Africa) , Daniela Melfa (docente di Storia e istituzioni dell’Africa), Ibrahim Magdud (professore di Lingua e Letteratura araba all’Università libica d’Italia), Alessandro Mengozzi (docente di semitistica), Biancamaria Scarcia Amoretti (Professore Emerito di Islamistica alla Sapienza di Roma).

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