Sirigu 5. Il suo primo tempo è, per fortuna, una noia mortale. Viene chiamato in causa solo in due occasioni quando il giovane portiere sardo sventa due traversoni dalle fasce laterali. La sua prova dimostra la buona giornata dei suoi compagni che limitano all’osso le occasioni in cui Walterino deve alzare i guantoni. Ingenuo quando in uscita su Mannini lo stende all’interno della sua area. Ma in una stagione così non si possono dare voti al di sotto del cinque.
Cassani 6,5. Contiene Mannini con ordine e spinge sulla corsia di competenza con la solita generosità. Dalle sue parti spesso agisce Fantantonio ma per il fido terzino di Delio Rossi non è mai un problema. Prova anche un paio di cambi di gioco interessanti per Miccoli e Cavani ma l’idea finisce per essere migliore del risultato.
Balzaretti 7. Il solito cursore inesauribile sulla fascia sinistra. Si sovrappone con continuità chiamando Zauri agli straordinari. Resta un mistero la poca considerazione che il ct azzurro mostra nei suoi confronti. Balzaretti, ne siamo convinti, rappresenta il meglio che il calcio italiano oggi può esprimere nel suo ruolo.
Goian 6. Il gigante rumeno viene chiamato in causa da Rossi per sostituire l’indisponibile Bovo e non delude le aspettative di tecnico e tifosi. Contiene come può il suo diretto rivale Pazzini, dà anche una mano nel raddoppio di marcatura nei confronti di Cassano. Si becca un cartellino giallo per un fallo tattico su Pazzini. Se migliorasse anche in fase di impostazione sarebbe il massimo. Ma non si può avere tutto nella vita.
Kjaer 7. Signori, giù il cappello. Il gioiello danese è una realtà del calcio europeo e non per caso i maggiori club del Vecchio continente gli danno la caccia. Stravince il duello con il genio di Bari al quale lascia le briciole. Alla sua giovane età è difficile reggere a certe emozioni, ma il biondino non tradisce e sfodera una prestazione da Champions rivelandosi un muro invalicabile.
Nocerino 7. Un gladiatore capace di vestire i panni dell’angelo custode ideale per Liverani. Stringe bene la marcatura sui dirimpettai Tissone e Palombo senza trascurare le avanzate di Semioli, uomo chiave del 4-4-2- puro di Del Neri. Ruba palla e riparte appoggiandosi sul sinistro felpato di Liverani e quando serve ringhia e randella sulle caviglie degli interni del centrocampo ligure.
Liverani 7. Conferisce la tradizionale calma e geometria alle azioni rosanero. Si piazza davanti alla difesa, nella sua zona di competenza, e dal suo mancino passano tutte le trame di gioco palermitane. Davvero al bacio alcuni lanci per Cavani e Pastore, così come le aperture sulle fasce per Cassani e Balzaretti. Il suo apporto in termini di qualità e fiducia alla squadra è decisivo per i rosanero.
Migliaccio 6,5. Comincia subito mostrando la sua aggressività su Mannini, al quale rifila involontariamente un ceffone aereo. Rosetti, bontà sua, sceglie la linea morbida. Poi si fa carico di buona parte del lavoro sporco rosanero. Ruba tantissimi palloni in mezzo al campo ma pecca di lucidità nella fase di costruzione del gioco, forse a causa dell’eccessiva carica agonistica con la quale interpreta la gara.
Pastore 6. Il talento argentino comincia occupando la posizione di trequartista puro alle spalle di Miccoli e Cavani e col passare dei minuti svaria a destra e a sinistra per trovare maggiori spazi tra le maglie blucerchiate. Frettoloso al termine del primo tempo quando ha l’occasione di servire una palla d’oro a Miccoli lanciato a rete. Opta per un assist al volo sul quale il capitano non può arrivare, ma la sua gara è più che sufficiente. Cresce nella ripresa.
Cavani 6,5. Al 24’ sfiora il gol di testa con un ottimo inserimento su cross di Pastore. E’ una spina nel fianco dei difensori blucerchiati che soffrono maledettamente il suo dinamismo. L’uruguagio è in giornata di grazia e per Gastaldello e Lucchini sono dolori. Lascia il posto a Hernandez dopo il rigore di Pazzini che sblocca il risultato.
Miccoli 7. Il capitano prova a prendere per mano la squadra quando il cronometro inizia a scorrere inesorabilmente e il risultato rimane inchiodato sullo 0-0. Sfodera un paio di dribbling ubriacanti ma è costretto ad allargare il gioco sulle fasce per trovare spazi. Quando tutto sembrava compromesso costringe Zauri al fallo da rigore che lui stesso realizza riaccendendo il sogno palermitano. Si fa male in questa occasione e deve lasciare il posto a Budan a undici minuti dal termine.
Hernandez 6. Stenta a entrare in partita ma la sua velocità in un paio di occasioni mette in difficoltà gli stanchi difensori doriani.
Budan 4,5. Rossi lo butta nella mischia per tentare l’assalto finale a undici minuti dal novantesimo. Si divora un tap in vincente su una ribattuta di Storari dopo un tiro di Pastore che sarebbe valso il quarto posto storico.
Bertolo sv. Rileva Cassani a pochi giri d’orologio dal termine di una partita che resterà comunque nella storia del Palermo.
All. Delio Rossi 7. Cosa chiedere di più all’uomo dei sogni rosanero. Ha portato la squadra rosanero a un traguardo che nessuno poteva immaginare il giorno della sua presentazione. Mette in campo la squadra migliore che ha a disposizione e i suoi uomini non lo tradiscono. Giusta la scelta di Hernandez al posto di Cavani per dare maggiore freschezza all’attacco rosanero.
Rosetti 5. Grazia Migliaccio a pochi minuti dal via per una manata aerea su Mannini che non vede o giudica involontaria. Dirige all’inglese, fischiando poco, e non abbocca a un paio di sceneggiate di Cassano. Sceglie la linea del gioco maschio e di conseguenza ha una gestione super parsimoniosa dei cartellini. Il pubblico del Barbera non gradisce, e ha ragione, l’interruzione del gioco al termine del primo tempo quando i rosa stavano attaccando. Non esita a decretare il penalty per atterramento di Pazzini da parte di Sirigu. Ma non fa sconti nemmeno a Zauri quando il difensore ligure atterra Miccoli in area blucerchiata. Discutibili alcune decisioni su un paio di rimesse dal fondo assegnate ai doriani che avrebbero potuto essere corner in favore del Palermo.