Passano le stagioni ma il fascino del “grande centro” in Sicilia non tramonta mai. La tornata elettorale delle amministrative ha fatto il resto, consegnando alle varie formazioni centriste il ruolo determinate di ago della bilancia. Insomma, una reunion centrista è il sogno non più nascosto di più di un politico siciliano. L’assessore Toto Cordaro, esponente di spicco della formazione “Cantiere Popolare”, è uno dei principali sostenitori di questa suggestione centrista.
Il responso delle urne e la strada da seguire
“Il centro in Sicilia ritorna ad essere determinante per fare vincere i sindaci”, spiega l’assessore. “Il tema non è soltanto l’ottima affermazione dei candidati che si richiamano alle posizioni di Cordaro e di Cantiere popolare che hanno incassato le vittorie di Pollina e Lascari e hanno contribuito alla vittoria a Marsala e Mussomeli. Il tema è che il centro torna ad essere determinate e decide le sorti delle amministrazioni”, argomenta. Cordaro, però, non pensa che un forno valga l’altro in senso democristianamente inteso. “Il centro che voglio contribuire a realizzare guarda al centrodestra”, dice senza mezzi termini.
Direzione centrodestra
Una strada da seguire senza perdere pezzi. “Ho molto apprezzato l’intervista all’onorevole D’Agostino e dico che il tema vero sia quello: sedersi attorno a un tavolo per scrivere un documento programmatico”, spiega Cordaro. “Noi oggi abbiamo un centro che risulta decisivo anche se si presenta in maniera diversificata, siccome anche per ammissione di Nicola D’Agostino, Italia Viva vince anche quando sostiene il centrodestra credo che dovremmo sederci tutti intono a un tavolo”, sottolinea. L’appello è rivolto a diversi attori politici, “amici” come si diceva in casa democristiana. “Quando dico tutti parlo dei popolari che rappresento, degli autonomisti, gli amici dell’Udc, gli amici di Italia Viva: dobbiamo mettere insieme queste esperienze all’interno di un documento programmatico sul quale costruire valori, principi e una prospettiva politica una piattaforma che ci consenta tra un paio di anni di stare insieme per garantire alla vittoria del centrodestra”, argomenta. Sulla formula magica (partito) Cordaro è prudente. “Sbaglierei a parlare di partito, direi un percorso condiviso”, argomenta. “D’Agostino parla della suggestione del centro, nel simbolo di Ora Sicilia c’è la parola centro, non credo di svelare nessun segreto se dico che Udc e popolari e autonomisti si rivedono nel centro: credo che si debba guardare a un progetto comune più che alle persone senza parlare di leadership ma di una causa comune: tutti dobbiamo fare un passo indietro per farne uno avanti insieme”, chiarisce.
Cordaro difende Musumeci: altro che salvinismo
L’assessore si toglie qualche sassolino dalla scarpa e risponde al deputato dem Carmelo Miceli sulla questione immigrazione e indirettamente difende il governo dall’accusa di sovranismo. “Miceli parla di un Musumeci sdraiato su un becero salvinismo, in realtà lui finisce per sdraiarsi su un becero populismo”, attacca. “Quando il sindaco Pd di Trapani non fa scendere i migranti è chiaro che facile lanciare la pietra e nascondere la mano: il presidente della Regione,commissario per l’emergenza Covid, ha parlato di salute pubblica ben sapendo tutti noi che la questione migranti è di competenza dello Stato ma è la salute pubblica dei migranti che non ha meno valore della mia che abbiamo preso in considerazione”, spiega. Poi continua. “Miceli dice che chi è cattolico non può stare con il Presidente della Regione? Otto assessori su dodici sono di area moderata e cattolica”, dice. “Se Miceli voleva conquistarsi un titolo di giornale c’è riuscito, ma la politica seria è un’altra cosa”, ruggisce.