Tre miliardi di euro di investimenti, di cui una parte non indifferente destinata alla Sicilia: tanto passa dalla strattura commissariale per i depuratori, messa in piedi dal Governo nazionale per rispondere alle sanzioni comunitarie che costano all’Italia 160 mila euro al giorno. Una posizione ambita, anzi ambitissima, su cui però Roma non sembra aver preso ancora una decisione, col toto-commissario che va avanti e per il quale si fa anche il nome del palermitano Toto Cordaro.
Una situazione su cui Italia Viva, col deputato Davide Faraone, ha chiesto di fare chiarezza: “La situazione di stallo continua a produrre dei danni ai territori e, non in ultimo, alle casse dello Stato – dice il parlamentare – La Struttura commissariale per i depuratori è pensata per migliorare la qualità del nostro mare e delle nostre coste da un punto di vista ambientale e per porre fine alle sanzioni di Bruxelles. Il Commissario andrebbe a sbloccare gli appalti fermi, non si fanno infatti pagamenti alle aziende per più di 200 milioni di euro e 3 miliardi restano nei cassetti perché nessuno bandisce le nuove gare”.
Il problema starebbe nel nuovo nome da indicare: la casella toccherebbe a Fratelli d’Italia, ma al momento non ci sarebbe ancora un accordo sul come riempirla con più ministri interessati al tema. L’ex commissario Maurizio Giugni ha terminato il suo mandato a maggio e i nomi circolati in un primo momento sarebbero stati cambiati in corso d’opera; fra i nuovi, però, ci sarebbe anche quello dell’ex assessore all’Ambiente Cordaro, da poco passato a Fdi.