PALERMO – Un progetto rivoluzionario che tutelerà i siti storici contro il nemico numero uno, l’umidità. Con l’ausilio di un dispositivo di gestione intelligente rivolto a sistemi di deumidificazione elettrofisici, monumenti, biblioteche storiche avranno un’arma di difesa in più.
Un dispositivo messo a punto dal Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Palermo, allo scopo di essere uno scudo importante all’interno di microclimi umidi che potrebbero salvaguardare strutture quali castelli, monumenti, palazzi, archivi o biblioteche.
Il progetto, denominato Digidel, è sviluppato con i fondi europei “Sostegno all’avanzamento tecnologico delle imprese attraverso il finanziamento di linee pilota e azioni di validazione precoce dei prodotti e di dimostrazione su larga scala”. Il dispositivo agisce attraverso una bassa frequenza elettromagnetica.
E’ una tecnologia già utilizzata per altre funzioni ma che l’Università ha studiato e applicato, attraverso una ricerca, indirizzandola verso quelle strutture storiche che hanno bisogno di interventi per scongiurare, nel tempo, danni arrecati dall’umidità.
Il dispositivo è stato presentato nei giorni scorsi alla presenza di istituzioni regionali e del mondo universitario: l’assessore regionale alle Attività Produttive Edy Tamajo, il professore Antonino Valenza, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Palermo, il professore Enrico Camilleri, docente di politica e programmazione Europea dell’Università Lumsa, il professore Giuseppe Aiello, docente di impianti industriali dell’Università di Palermo nonché responsabile del progetto Digidel, l’ingegnere Fabrizio Marchese, responsabile del progetto per la società Skm.