Una giornata al mare (il parcheggio) - Live Sicilia

Una giornata al mare (il parcheggio)

Pazza estate
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Valdesi è ancora l’unico orizzonte umano del bagno a mare della domenica. I prezzi di Capo Gallo incutono timore reverenziale alle tasche. Si narra che l’acqua pulita di Isola delle Femmine sia stata conquistata in permanenza dalla signoria di orribili banchi di meduse (ognuna delle quali alta almeno tre metri), capaci di divorare all’istante una cabina di palermitani in festa, Super Santos e pasta al forno compresi. Un tale che si era salvato miracolosamente dall’assalto, scagliando contro i mostri una teglia di pasta al forno scaduta, mi narrava dei “branchi di meduse”, emettendo fonemi strozzati e figurando con le dita irripetibili scongiuri, nonchè associando l’evento a cristallino segnale apocalittico per l’arrivo di Zenga sulla panchina rosanero. Dunque, Mondello Valdesi su tutto, scelta obbligatoria e plebea per i nasi fini. Opzione necessaria per i disgraziati che vanno al mare una volta a settimana. Ma pure qualche problemuccio c’è. L’avreste mai immaginato?

Cominciamo dal parcometro, putacaso, del parcheggio di viale Galatea. Dicesi parcometro un aggeggio azzurro concepito in guisa di totem, sì da ispirare paura e diffidenza ai sudditi della tintarella. Le istruzioni sono chiare, scritte in italiane comprensibile. Il coso serve per pagare la tariffa che darà diritto a una giornata di serenità all’autovettura collocata nelle zone blu. La massima più importante è sottolineata per gli ipovedenti e gli zaffigni: “Il parcometro non dà resto”. Se hai un euro e cinquanta spicci sei nella schiera degli eletti. Altrimenti dovrai affaticarti e scarpinare nella schiera degli eleggibili alla ricerca di un buon samaritano che scambi i tuoi maledettissimi cinquanta euro.

Soluzione intermedia, hai in tasca due euro e pensi: chissenefrega! Oppure, tenti di imbastire complesse trattative economiche con la vecchietta di ottocento anni in fila dopo di te, con un principio di ictus al cospetto del sole battente. Le dici: signora, io metto due euro. Ne avanzano cinquanta per lei. Le mi dà cinquanta, ci mette un euro. E siamo in pace. Ella, sulle prime, ti guata con sospetto, pensando di avere a che fare con un delinquente minorile (dimenticò le lenti. Un ci viri). Né la rassicurano la tua magliettina raffigurante Paperino e il borsello di riporto sgualcito. Tu ti fai avanti per spiegare la faccenda a gesti come accade con i sordomuti. A questo punto la vecchietta si allarma e comincia a chiamare il parentado disseminato nel raggio di svariati chilometri. Si presentano in sei, tutti con una faccia tranquilla da banda della Magliana. Rispieghi la storia, sotto la minaccia di un cric. Ti credono, Santa Rosalia sia ringraziata. Finalmente festante introduci la moneta da due euro nell’apposita fessura. Sorpresa! Non solo non fornisce il resto, ma si ammucca proprio la rimanenza. Sicché non puoi nemmeno utilizzarla per future operazioni. Parcometro? “Porcometro”. E’ meglio. (continua)


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