PALERMO– Daniela (che non si chiama così) non ha ancora cinquant’anni. Ha preso il Covid in una forma medio-grave. La saturazione è scesa molto, nei giorni scorsi. Ecco perché è stato necessario, ieri, ricoverarla all’ospedale ‘Cervello’ di Palermo, nell’Unità di terapia intensiva respiratoria diretta dal dottore Giuseppe Arcoleo. Sono stati i ragazzi del commissario per l’emergenza Renato Costa ad assisterla fino al ricovero.
Da casa in ospedale
Ecco la storia. Daniela è a casa, ha il Covid, non sta bene. Anzi, peggiora. Deve essere portata in ospedale dove le riscontreranno una polmonite al settanta per cento: i suoi figli risulteranno positivi. Il meccanismo dell’assistenza si mette in moto. Viene prelevata da un’ambulanza. Ma Daniela ha dei bambini ancora piccoli. Che fare? Scendono in campo i ragazzi della Fiera del Mediterraneo: il dottore Rosario Iacobucci, che è responsabile dell’hub, e la dottoressa Simona Autunnali. Prendono una macchina, si bardano con l’equipaggiamento necessario, e accompagnano i piccoli al ‘Cervello’, per ritrovare la mamma.
Giocattoli e terapie
All’Utir si svolge la seconda parte della vicenda. La signora, accolta dalla dottoressa Ilaria Dilena, referente delle vaccinazioni, e dal dottore Arcoleo, è assistita con i suoi figli, in una stanza a parte. E’ stato ritenuto opportuno trovare questa soluzione per non separarli dalla mamma. Già stamattina, qualcuno ha comprato dei giocattoli per i bambini. Sono storie siciliane di pandemia, dalla Fiera al ‘Cervello’, di persone smarrite, colte all’improvviso dalla mancanza di respiro, di operatori che si mobilitano, come se ogni vicenda fosse personale. La guerra, purtroppo, sembra ancora lunga. Ma il cuore che batte nel petto di ognuno di noi, se non lo metteremo da parte, ci permetterà di vincerla.