PALERMO – Quattro partite in casa e dodici punti da conquistare al “Barbera”. Quanto basta per arrivare alla fatidica soglia dei quaranta punti e assicurarsi la salvezza, in una stagione che definire travagliata sarebbe un eufemismo. Ma la permanenza in Serie A non è soltanto l’obiettivo unico della stagione del Palermo, è anche il principale punto di partenza per quello che dovrà essere un nuovo corso. Molto probabilmente con uno Zamparini più defilato rispetto a quello a cui siamo stati abituati nell’ultimo decennio, se non addirittura senza il patron friulano, anche se le trattative per una cessione del pacchetto azionario non decollano. Anzi, la permanenza in massima serie potrebbe essere quasi un deterrente per potenziali nuovi investitori.
Il Palermo in Serie A vale una cinquantina di milioni e Zamparini difficilmente si discosterà da quella cifra al momento di cedere il club. Chi acquista sa di trovarsi tra le mani un bacino d’utenza importante e una società dai conti facilmente pareggiabili (vedi alla voce plusvalenze), ma dover mettere mano al portafogli e tirar fuori cinquanta milioni non è facile. L’impresa che Zamparini chiede a Tacopina di compiere negli Stati Uniti, per il momento, è ben lontana da una conclusione. Allo stesso modo di quella che lo stesso presidente ha cercato di mandare in porto con i messicani della Comex, con i quali si è discusso anche della possibilità di cedere solamente una quota di maggioranza e non l’intero pacchetto azionario. Ipotesi che, nell’ottica di “limare” il prezzo, potrebbe essere sempre presa in esame.
Ad oggi, però, il futuro societario del Palermo in Serie A sembra dover dipendere ancora da Zamparini. Lui stesso ha ammesso di aver già pianificato il budget per la prossima stagione, com’è normale che sia d’altronde, ma come difficilmente farebbe una persona intenta a sbarazzarsi della società. L’interesse a cedere c’è tutto, a smobilitare decisamente no. A quel punto l’intenzione di Zamparini, pur restando come controllante dell’U.S. Città di Palermo, diventerebbe quella di delegare altre figure in seno alla dirigenza. E si ritorna a quattro mesi fa, alle voci su un nuovo presidente che non è mai arrivato e alle tanti figure passate da Palermo giusto per tastare il polso della situazione e andar via. Motivo per cui non è affatto da escludere l’ipotesi di un nulla di fatto in vista del prossimo campionato.
A quel punto, l’unico vuoto da colmare sarebbe in panchina. Perché Novellino dovrà fare miracoli per riconquistarsi la fiducia, anche in caso di salvezza, e perché a giugno 2016 il Palermo si ritroverà clamorosamente senza allenatori a busta paga. Almeno in questo caso, dunque, si tratterà di un nuovo anno zero nel club di viale del Fante. Ma di allenatori che vanno e vengono, ormai, s’è perso il conto. Bisognerà capire che garanzie chiederanno i tecnici accostati ai rosa negli ultimi tempi (Ventura su tutti, ma non sono da escludere sorprese) e soprattutto, come già detto, bisognerà aspettare queste ultime sette partite di campionato. Perché se Novellino si guadagna la fiducia sul campo, il candidato numero uno potrebbe essere lui.