Un’Agenda dei Giovani| per il nuovo sindaco - Live Sicilia

Un’Agenda dei Giovani| per il nuovo sindaco

L’unione Giovani Professionisti suggerisce alla futura amministrazione la stesura di un documento con linee guida a favore delle nuove generazioni. Vagliasindi: “Il futuro primo cittadino dovrà fare i conti con la crisi economica e attivare strategie di crescita occupazionale. È necessaria una nuova classe imprenditoriale composta da giovani con idee innovative e passione da mettere in campo”.

Unione Giovani Professionisti
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CATANIA – Le amministrative ormai sono alle porte e dall’Unione Giovani Professionisti giunge una proposta per chi si prepara a concorrere per la poltrona di sindaco della città. Vale a dire, la stesura di un’Agenda dei Giovani. Obiettivo? Non tanto svecchiare la classe dirigente, ma far si che l’esperienza dei padri diventi un esempio per le nuove generazioni. “Abbiamo bisogno – spiega a LiveSiciliaCatania Ettore Vagliasindi, vicepresidente dell’U.Gi.P.I – di affidarci a chi ha più esperienza di noi. Fino ad oggi le generazioni passate hanno forse inconsapevolmente ostacolato il nostro cammino verso il futuro. Di conseguenza, molti giovani non sono preparati a ruoli di responsabilità solo perché nessuno si è offerto di insegnare loro”.

Cos’è esattamente l’Agenda per i Giovani?

“È un documento in cui verranno indicati i principali obiettivi della futura amministrazione per gli under 30. Alla redazione e stesura potranno partecipare tutte le associazioni giovanili che svolgono attività nel Comune di Catania affinché venga instaurato un dialogo diretto tra le due parti. Dalle proposte che ci perverranno l’Ugipi organizzerà un incontro tra Bianco, Caserta e Stancanelli. Auspichiamo che la candidata grillina, almeno in questa occasione, si faccia conoscere”.

Quali sono i punti essenziali che dovranno essere inseriti?

“A causa dell’attuale crisi economica il futuro sindaco dovrà attivare, in primis, strategie di crescita occupazionale. Affinché vengano creati nuovi posti di lavoro c’è la necessità di una nuova classe imprenditoriale composta da giovani con idee innovative e passione da mettere in campo. Il nostro territorio risulta tra i primi in Europa in cui un imprenditore ha maggiore convenienza ad investire grazie alla localizzazione geografica, al basso costo del lavoro e alla spinta economica di settori della new-economy. Ma sono necessarie, tra l’altro, tutte quelle azioni orientate a creare un sistema di rete. Si pensi ai circuiti integrati che coniugano beni culturali ed enogastronomia con le tante strutture ricettive del Comune. La nostra città, inoltre, è sede di una delle più antiche Università europee ma, fino ad oggi, nessuna amministrazione è stata capace di attivare percorsi sinergici in grado di coinvolgere l’intera collettività studentesca. E’ impensabile che i migliori laureati catanesi emigrino in altri Paesi e altrettanto inconcepibile che dai nostri Dipartimenti escano ricerche e studi tese a sviluppare altri luoghi”.

A Catania, le amministrazioni degli ultimi anni hanno tenuto o meno in considerazione i giovani?

“Il nostro ruolo è stato quasi inesistente. Ciò probabilmente è dovuto alla volontà delle passate amministrazioni intimorite dal peso che i giovani coraggiosi avrebbero potuto avere in un sistema complesso quale è quello politico, con il rischio di intaccare gruppi di potere e lobbies tutt’ora esistenti. Ma la colpa è anche degli stessi giovani che, con disfattismo, si sono già arresi”.

 


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