Unioni civili, nasce il registro| Cosa cambia per le coppie - Live Sicilia

Unioni civili, nasce il registro| Cosa cambia per le coppie

Approderà alle 17 a Sala delle Lapidi la delibera per l'istituzione del registro delle unioni civili, ecco cosa cambia da oggi per le coppie. Tregua con le opposizioni: "Scriveremo con l'amministrazione una delibera sulle emergenze di Palermo da presentare al governo nazionale", dice Tantillo del Pdl.

SALA DELLE LAPIDI
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PALERMO – Approderà oggi, in consiglio comunale, il regolamento che istituisce anche a Palermo il registro delle unioni civili. Approvato dalla giunta a metà marzo, l’atto dovrà adesso ricevere il disco verde da parte di Sala delle Lapidi: un passaggio in teoria blindato anche dalla presenza in Aula questo pomeriggio del sindaco Orlando.

E che il primo cittadino tenga particolarmente a far approvare il regolamento, nella settimana in cui si apre il Gay Pride di Palermo, lo dimostra anche la conferenza dei capigruppo di ieri sera a cui il Professore ha partecipato pur di convincere le opposizioni a non fare ostruzionismi: un via libera, senza troppi problemi, rappresenterebbe un ottimo biglietto da visita per l’amministrazione comunale che punta molto sul Pride come vetrina nazionale per la città.

Un accordo raggiunto grazie all’impegno del Professore di redigere, in tempi brevi, una delibera sulle emergenze di Palermo, di concerto con le opposizioni, da presentare poi a Roma. “Davanti a un’apertura del sindaco – spiega il capigruppo del Pdl Giulio Tantillo –  non diciamo di no e diamo una risposta positiva nell’interesse della città”. E così a breve l’assessore Luciano Abbonato elaborerà con il consiglio comunale il testo di una delibera che verrà presentata al governo Letta, che conterrà per l’appunto un elenco di alcuni punti su cui si chiederà l’intervento romano: tra questi potrebbero esserci il patto di stabilità, la mobilità orizzontale fra aziende o i finanziamenti delle grandi opere. “Insieme a Felice Bruscia del Cantiere popolare e a Francesco Scarpinato di Amo Palermo – continua Tantillo – ci siamo impegnati a presentare alcuni emendamenti ma a non fare ostruzionismi”.

Al di là di qualche mal di pancia interno, la maggioranza, complice la presenza di Orlando, non dovrebbe riservare brutte sorpresa anche se Paolo Caracausi ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno per l’istituzione della consulta delle famiglie. “E se no verrà votato, potrei anche astenermi o votare contro”, avverte il dipietrista. Acque più agitate tra le opposizioni, con possibili spaccature nel Pd e nell’Udc.

Ma cosa cambierà con il registro? Nei fatti, in mancanza di una normativa di riferimento, sono ben pochi gli ambiti su cui i Comuni possono intervenire autonomamente: dalle liste per le case popolari ai bandi per la social card, passando per l’integrazione all’affitto. La delibera, in particolare, si riferisce ad alcuni settori che saranno interessati dal nuovo regolamento: dalla casa ai servizi sociali, dallo sport alla scuola passando per i trasporti e la partecipazione. “In futuro, tutti i regolamenti nuovi dovranno tener conto del registro – spiega l’assessore alla Partecipazione Giusto Catania – e non vorrei che la mancanza di una normativa regionale o nazionale rappresenti solo una scusa per non fare nulla”. Per quanto riguarda invece i regolamenti già approvati, per essere modificati avranno bisogno di un ulteriore passaggio in consiglio comunale. Nei fatti, quindi, da oggi ci si potrà solo iscrivere al registro: per molto degli effetti concreti si dovrà ancora aspettare anche se, per esempio, dovrebbe essere da subito possibile assistere il compagno o la compagna in ospedale, proprio in virtù dell’iscrizione al registro.

Il timore, però, è che il registro si riveli un flop anche nel capoluogo siciliano. Una recente inchiesta dell’edizione nazionale de La Repubblica, firmata da Caterina Pasolini, parla di duemila iscrizioni in tutta Italia, con un trend decrescente che non accenna a fermarsi nei 137 Comuni che le hanno istituzionalizzate. E il motivo è presto detto: iscriversi come coppia di fatto garantisce pochissimi diritti, almeno per il momento, e in qualche caso può provocare anche effetti indesiderati, come nel caso delle ragazze madri che perdono il diritto all’assegno. Tranne che a Bari e a Milano, infatti, dalle altre parti d’Italia i numeri sono impietosi: a Torino dal 2010 si sono iscritte solo 160 coppie, a Firenze 97, a Gubbio dopo dieci anni è stato addirittura chiuso perché il numero era fermo a due, a Napoli in un anno sono arrivate a venti (di cui la maggior parte fra persone di sesso diverso). Numeri che, però, non impressionano l’amministrazione Orlando: “A Palermo le cose andranno diversamente”, assicura l’assessore Catania.

 


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