CATANIA – La trasformazione dell’ateneo in Siciliae Studium Generale realizzato sui poli di Catania, Siracusa e Ragusa tale da configurare un’università del Sudest; l’inaugurazione di due nuovi corsi di laurea (in Infermieristica e in Progettazione e gestione del turismo culturale) accanto alla consolidata Struttura didattica speciale di Architettura e alla scuola di specializzazione in Archeologia; i 12 milioni di investimenti che l’ateneo ha messo in campo, 9 dei quali per la sola sede dell’ex Caserma Abela, per ristrutturare tutti i palazzi che ospitano i corsi e gli uffici: Palazzo Impellizzeri, Palazzo Chiaramonte e Villa Reimann.
Sono questi gli elementi tracciati dal rettore dell’università di Catania, Francesco Priolo, alla cerimonia per l’inaugurazione dell’anno accademico nella sede decentrata di Siracusa.
“Siracusa – hanno detto il sindaco Francesco Italia – ospita per la prima volta nella sua storia la cerimonia di apertura dell’anno accademico della Siciliae Studium Generale. Non si tratta di una semplice trovata promozionale ma di un ambizioso progetto strategico che amplierà ulteriormente l’offerta formativa di quella che è la più antica università siciliana, fondata su tre poli e con pari dignità, per Siracusa e Ragusa, con la città e l’università di Catania“.
La presenza dell’università di Catania a Siracusa risale a un secolo fa con la fondazione della Scuola di Archeologia, seconda solo a quella di Atene, seguita poi dalla facoltà di Architettura, dove sui sono laureati in tutto 1.730 studenti con buoni dati di occupabilità.
Per sottolineare il rapporto con i territori, Carmelo Nigrelli, presidente dell’attuale Sds, ha ricordato che oggi sono attivi 19 protocolli d’intesa con enti pubblici mentre il rettore Priolo si è soffermato sulle collaborazioni con le amministrazioni comunali di Siracusa e Caltagirone: la prima per il progetto G124, coordinato a livello nazionale da Renzo Piano, sulla riqualificazione del quartiere di Mazzarona; la seconda per il recupero del quartiere Matrice.