Oltre sei imprese su dieci del Sud ritengono che di fronte a fenomeni di usura si debba sporgere denuncia, mentre il 41% dichiara che non saprebbe cosa fare. E’ quanto emerge a margine dal convegno di oggi organizzato da Confcommercio a villa Igiea a Palermo, dal titolo ‘Il ruolo delle rappresentanze d’impresa contro la criminalità a 30 anni dalle stragi di mafia”.
“Non c’è sviluppo, non c’è impresa senza legalità e sicurezza: lo dice Patrizia Di Dio, vicepresidente nazionale e responsabile legalità di Confcommercio.
“Parlo a nome di tante imprenditrici e tanti imprenditori onesti che fanno il proprio dovere tutti i giorni, che rispettano le regole e che creano valore sui valori – ha detto Di Dio – Legalità e sicurezza sono le garanzie per esercitare il nostro diritto alla libertà di impresa. Con uomini e donne sempre più liberi dalle mafie e dall’illegalità, l’impresa cresce di più, la società cresce di più, l’umanità cresce di più”. “Confcommercio non vuole solo commemorare. – ha concluso – Vuole che la memoria diventi testimonianza non rituale, impegno concreto. Le stragi, oggi, sono i nostri nuovi Vespri siciliani”.
Al Sud, i dati sono più accentuati rispetto al resto del Paese. Quasi due imprenditori su cinque del Meridione sono molto preoccupati per il rischio di esposizione a usura e racket (contro una media nazionale del 17,7%). Inoltre, secondo l’indagine, l’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior aumento dagli imprenditori del Sud (per il 30%, +3 punti percentuali sul dato nazionale), seguito da abusivismo (26%, +4 punti sulla media nazionale), furti (24%, +3 punti percentuali sul valore nazionale) e racket (22%, +1 punto sul dato nazionale). Questo trend è più marcato rispetto al resto del Paese.
Nello studio emerge pure che le forze dell’ordine sono indicate come i soggetti più vicini agli imprenditori minacciati dalla criminalità. Insieme allo Stato e amministrazioni locali raggiungono complessivamente il 56,3% delle preferenze, dato leggermente superiore a quello nazionale pari al 55%. Il 21% delle imprese del Sud si sente solo, valore superiore rispetto alla media nazionale del 19%.