Vacante e la rete di prestanome |Al via l'udienza preliminare - Live Sicilia

Vacante e la rete di prestanome |Al via l’udienza preliminare

Il processo è scaturito dall'inchiesta Bulldog.

clan Santapaola
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CATANIA – E’ stata rinviata al 28 settembre, per la scelta dei riti alternativi, l’udienza preliminare del processo scaturito dall’inchiesta Bulldog che aveva svelato gli affari del gruppo criminale capeggiato da Roberto Vacante, boss al 41 bis e marito di Irene Santapaola (figlia di Salvatore e nipote di Nitto). La delicata indagine della Squadra Mobile aveva dissotterrato l’impero societario dei Santapaola che sarebbe stato creato  da Roberto Vacante e i suoi “picciotti”. L’operazione riuscì a svelare il sistema di prestanome che sarebbe stato messo in piedi al fine di implementare gli introiti del clan necessari, tra l’altro, a sostenere i detenuti e le famiglie.

Lo zoccolo d’oro dell’organizzazione era composta da Roberto Vacante con il ruolo di capo e dai “fidatissimi” Salvatore Caruso, Giuseppe Massimiliano Caruso, Salvatore Di Bella e Santo Patanè. Per i cinque a gennaio si aprirono le porte del carcere. Arresti domiciliari invece per Francesco Russo, Giuseppe Vacante e Danilo Di Maria. Obbligo di firma (misura poi annullata al Riesame) per chi avrebbe avuto il ruolo di prestanome:  Irene Santapaola, Maria Santonocito, Mario Aversa, Pietro Musumeci, Pietro Bellino, Nunzio Giarrusso, Giuseppe Caruso e Nunzio Di Mauro. Ma l’elenco dei prestanome continua con altri otto indagati: Alessandro Arcidiacono, Pietrina Culoso, Daniele Furnari, Angelo Lo Re, Letteria Picone, Fabio Antonio Plati e Ida Romeo.

L’inchiesta ha portato a gennaio al sequestro preventivo di quote della società Sportitalia, della “Parking Car srl, dell’impresa individuale Giarrusso Catering, della Satin Blu, del “The Bull Dog Camp società cooperativa”, delle quote della Tiare srl, del ramo d’azienda dell’impresa individuale “Santonocito Maria” e del ramo d’azienda che riguarda la gestione del ristorante “l’Oste di Tremestieri” collegato alla società “La Rena Rent Car”. Questo il compendio societario che secondo la magistratura e la polizia sarebbe finito nelle mani della famiglia di “sangue” dei Santapaola.


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