L’estate è, per molti, la stagione più attesa dell’anno. Dopo mesi di lavoro, impegni familiari, routine serrate, il pensiero delle vacanze diventa una sorta di “miraggio psicologico”: un orizzonte di libertà, leggerezza e possibilità.
Ed ecco che, puntuale come ogni anno, si riaccende la voglia di partire.
La scelta della meta, del tipo di viaggio e della compagnia assume un significato molto più profondo di quanto si creda.
Le vacanze diventano di fatto una lente di ingrandimento sulla nostra psiche.
Il modo in cui le progettiamo, il tipo di esperienze che cerchiamo, le persone con cui scegliamo di partire (o da cui desideriamo prenderci una pausa), raccontano molto di ciò che stiamo attraversando.
In alcuni casi si vogliono vivere nuove esperienze, esplorare mondi lontani, allargare i propri confini interiori. In altri si cerca quiete, silenzio, una tregua emotiva.
C’è chi parte per trovare qualcosa… e chi parte per dimenticare, per ritrovare sè stessi, curare una fatica profonda, salvare una relazione..
Dimmi dove vai e ti dirò chi sei
Da un punto di vista psicologico, il modo in cui decidiamo dove andare in vacanza racconta dunque molto della nostra personalità, del nostro stato emotivo e perfino dei nostri bisogni profondi.
Dietro ad ogni viaggio si celano cosí desideri che parlano di noi, del nostro presente e delle nostre emozioni; la vacanza non è mai solo un luogo, ma una proiezione del nostro stato interiore.
Le motivazioni sottese alla scelta della destinazione
Da quando iniziamo a pensare alla meta siamo mossi da precise motivazioni, consapevoli o meno, che ci spingono a voler evadere, conoscere, esplorare o rilassarci..
È difficile pensare ad una motivazione univoca, poiché “ognuno di noi ha dei precisi bisogni da soddisfare e obiettivi da raggiungere”
Non ci può essere un viaggio uguale per tutti!
Dietro il desiderio di viaggiare si nascondo quindi esigenze emotive del momento troppo personali per qualificare in modo oggettivo la motivazione alla vacanza
Le motivazioni che portano a viaggiare sono molto diverse da una persona all’altra e cambiano nel corso della vita.
Si può visitare più volte la stessa meta, in momenti diversi e viverla in modi completamente differenti, rispetto alle precedenti.
Cambiano i luoghi che si visitano e soprattutto cambiamo noi e la lente con cui osserviamo il mondo.
Staccare la spina
Tra le motivazioni piú rilevanti l’evasione dal quotidiano è quella che spinge a ricercare luoghi di vacanza diversi rispetto a quelli quotidiani.
Soprattutto nel periodo estivo, dopo un anno di lavoro, ci si sente stretti nei ritmi di tutti i giorni, e si sente la forte esigenza di stare in un contesto diverso dal solito, in cui sperimentare e sperimentarsi in un modo del tutto differente.
É questo il bisogno di evasione che riguarda tantissimi soggetti che, allo stesso tempo, mirano anche ad allentare le tensioni psico-fisiche di tutti i giorni.
Rilassarsi e ricaricarsi
Strettamente connesso alla voglia di evasione vi è il bisogno di rilassarsi che, a differenza di quello che si può pensare, non significa solamente oziare e non fare nulla, quanto piuttosto potersi dedicare a tutto ciò che piace, senza obblighi, scadenze e stress.
Ognuno trova il proprio specifico modo di rilassarsi: stando a contatto con la natura, passeggiando lungo una spiaggia deserta, facendo un’immersione del blu profondo…
Tutto ciò permette di rigenerare le risorse psicofisiche esaurite, ripristinare un contatto autentico con sé stessi, abbassare il livello di stress cronico che accompagna la vita quotidiana.
Secondo quest’ottica la vacanza assume un significato quasi “riparativo”; ci si riscoprirá ricaricati affinché poter affrontare un nuovo periodo di impegni e doveri.
Ritrovare se stessi
il bisogno di ritrovare sé stessi è una delle spinte più intense e trasformative legate all’esperienza del viaggio, anche se spesso non viene espressa apertamente.
Non è raro, infatti, che si parta dopo un periodo di disorientamento, di confusione emotiva, di crisi personale. In questi casi, più che una meta, si cerca un punto fermo dentro di sé. La vacanza diventa allora uno spazio simbolico in cui poter “mettere in pausa” il rumore del mondo per ascoltare finalmente la propria voce interiore.
Le vacanze, in questo senso, non sono evasione, ma occasione di consapevolezza.
Trovarsi in ambienti non familiari porta a conoscersi meglio, e aiuta a crescere e a capirsi in modo profondo.
Partire per ritrovarsi significa lasciare qualcosa, anche solo temporaneamente, per poter poi tornare con uno sguardo diverso: più lucido, piú autentico e maggiormente in sintonia con i propri bisogni reali.
Il vero senso delle vacanze
Alla fine, ogni vacanza è molto più di una parentesi estiva. È un momento in cui mettiamo in atto i nostri desideri profondi e le nostre esigenze piú autentiche.
Che si tratti di staccare, ricaricarsi o ritrovare sé stessi, ogni viaggio è un’occasione per ascoltarsi, per capire di cosa abbiamo davvero bisogno e, magari, per riscrivere alcune priorità.
In un tempo che ci vuole sempre connessi, veloci, performanti, scegliere di fermarsi o di allontanarsi può essere un “gesto di responsabilità verso il proprio benessere”.
Non esiste una meta giusta per tutti, né una formula perfetta. Ma esiste una domanda che può guidare ogni partenza:
“Cosa sto cercando davvero, in questa vacanza?”
Buone vacanze a tutti!
[La dott.ssa Pamela Cantarella è una Psicologa Clinica iscritta all’Ordine Regione Sicilia (n.11259-A), libera professionista e specializzanda in Psicoterapia ad orientamento Sistemico-Relazionale]

