Vacanze finite, come affrontare la sindrome da rientro?

Vacanze finite, come affrontare la sindrome da rientro?

Riflessioni e suggerimenti su una questione attuale
IL PARERE DELLA PSICOLOGA
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4 min di lettura

Ci siamo. Ormai quasi per tutti è arrivato il fatidico momento di fare i conti con la fine delle vacanze, e ritornare alla consueta quotidianità.
In questa “fase di ripresa delle proprie attività e dei propri ritmi di vita“, può succedere che si avverta una condizione di malessere, soprattutto a livello psicologico, caratterizzata da sensazioni di affaticamento e stanchezza, difficoltà di concentrazione, tensione ed irritabilità, sbalzi di umore, senso di vuoto, malinconia e tristezza; a ciò si affiancano sovente anche sintomi fisici quali mal di testa, dolori muscolari, disturbi del sonno.

La sindrome da rientro

Ma come è possibile che al rientro dalle vacanze ci si senta peggio, quando invece dovrebbe essere proprio il momento in cui beneficiare degli effetti rigeneranti della pausa appena goduta?
Si tratta della cosiddetta “sindrome da rientro” (o post vacation blues), condizione piú frequente di quanto si immagini, riconosciuta ormai a pieno titolo in ambito scientifico e definibile come un “disturbo transitorio di adattamento”;

Non consiste infatti in una vera e propria patologia, ma in una condizione di “malessere temporaneo”, che risulta necessario attenzionare in quanto influisce negativamente sulla qualità dei giorni post ferie, alterando l’equilibrio psico-fisico di chi ne viene interessato.

Un “momento critico”

È facilmente comprensibile come sia il corpo che la mente, dopo un periodo di riposo e pausa dalle consuete attività, debbano “ri-adattarsi ai ritmi che il rientro nel proprio contesto di vita abituale comporta”: ad un certo punto, i luoghi e le attività gratificanti del periodo di vacanza vengono sostituiti dalla solita routine fatta da un susseguirsi di impegni, orari e scadenze da rispettare.

È così che il ritorno ai doveri e alle responsabilità messi da parte durante la pausa estiva rappresenta un “momento critico”, un vero e proprio trauma dato dalla repentina sostituzione della spensieratezza e dell’assenza di regole, con un tempo che richiede organizzazione e richiama subito alla precisione e alla puntualità.

Ciò che dovrebbe rassicurare è il fatto che si tratta di una risposta psico-fisiologica “molto comune”, causata proprio dall'”improvvisa reimmersione nella routine quotidiana”, e che la sua durata è, nella maggior parte dei casi, “transitoria”.

Alcuni suggerimenti

Nonostante ciò appare fondamentale affrontare il malessere con l’ausilio di alcune riflessioni ed accorgimenti da mettere in atto affinché il disagio possa risolversi ancora piú rapidamente.

•Innanzitutto si dovrebbe cercare di rendere il passaggio dalle ferie alla vita di tutti i giorni meno traumatico possibile, magari rientrando qualche giorno prima rispetto alla ripresa delle proprie attività, in modo da dare al proprio corpo, e soprattutto alla propria mente, il “tempo di riabituarsi lentamente”;

si potranno così inserire gradualmente alcuni piccoli impegni scadenzati, per “mitigare” il rientro alla piena routine, concedendosi un fondamentale “periodo di assestamento”.

Tuttavia, una volta rientrati nella propria quotidianità, appare fondamentale mantenere, comunque e per tutto l’anno, degli “spazi tutti per sé privi di qualsiasi incombenza”, che permettano di ritagliarsi e concedersi degli “essenziali momenti di pausa”, a garanzia del proprio equilibrio psico-fisico.

Accanto a ció sarebbe altresí opportuno riuscire a “non ingabbiarsi, a monte, in ritmi di vita troppo serrati” che rischiano, quasi inevitabilmente, di comportare un sovraccarico fonte di stress e indice di un inseguimento frenetico di standard (probabilmente piú imposti che realmente voluti), dimostrando di non aver timore a mettere in discussione, se necessario, comportamenti consolidati che risultano però disadattivi.

Il rapporto con le proprie emozioni

A chiusura appare utile una riflessione sul rapporto con le proprie emozioni, soprattutto quelle negative, e sulla necessità di accettarle e viverle fino in fondo, piuttosto che fronteggiarle e lottare contro di esse, sempre e comunque:

forse si dovrebbe imparare a mettere in conto e concedersi anche dei momenti di difficoltà, senza pretendere sempre troppo da sé stessi, come in questo caso con la presunzione del ripristino immediato di un'”automaticitá innaturale” che non rispetta i tempi soprattutto psicologici ed emotivi dei soggetti, e che vanifica in un istante anche gli effetti positivi delle ferie.

Ecco che allora la sindrome da rientro potrá rivelarsi un “prezioso momento per poter fare delle importanti considerazioni sul modo in cui si vive la propria quotidianità”, se si riuscirá a riflettere seriamente prendendo in considerazione anche e soprattutto la possibilità di mettere in atto eventuali cambiamenti che potrebbero migliorare la propria condizione, piuttosto che continuare con una pericolosa “inerzia all’abitudine” e un dannoso “senso del dovere sopra ogni cosa“, che effettivamente finiscono poi per sabotare continuamente il proprio benessere psico-fisico.

[Pamela Cantarella è una Psicologa Clinica iscritta all’Ordine Regione Sicilia (n.11259-A), in formazione presso Scuola di Psicoterapia ad orientamento Sistemico-Relazionale]


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