PALERMO- Spunta la variante nigeriana in Sicilia su un ragazzo di sedici anni, originario della Guinea. “Abbiamo individuato al Policlinico di Messina, primo caso in Sicilia, la variante nigeriana del Covid 19 su un minore di 16 anni originario della Guinea. Il referto è stato inviato all’istituto superiore di sanità per capire come il virus si stia evolvendo”. A dirlo è stata la professoressa Teresa Pollicino che insieme al professore Giuseppe Mancuso dirige il laboratorio diagnostico molecolare del Policlinico. Ed è normale che il livello di attenzione aumenti. Abbiamo chiesto lumi al professore Antonio Cascio, siciliano e infettivologo, a cui spesso ricorriamo per completezza di informazione.
Professore, la variante nigeriana è sensibile al vaccino?
“Questa è una bella domanda”.
E’ la domanda che si fanno tutti: saremo protetti anche dopo le ‘punturine’?
“Certezze non ce ne sono e non abbiamo ancora dati che ci possano dare una prospettiva sicura. Il rischio che questa variante possa non essere sensibile agli anticorpi del vaccino è alto. Però…”.
Però?
“Abbiamo bisogno di studi più specifici per affermarlo. Niente panico, aggiungo”.
Giusta sottolineatura.
“E la motivo. L’ho detto più volte, fra qualche mese, con i nuovi vaccini polivalenti, saremo protetti sicuramente anche dalle varianti”.
Per quanto tempo dovremo fare il vaccino anti-Covid?
“Credo ogni anno”.
E quelli che si stanno vaccinando con i prodotti disponibili?
“E’ probabile che comunque anche i vaccini per ora in circolazione siano efficaci, nel senso che daranno una certa dose di protezione sui sintomi”.
Che significa?
“Che, comunque, saranno verosimilmente protetti dagli effetti più drammatici dalla malattia e avranno conseguenze più attenuate. Ma, appunto, servono maggiori conferme”.
Nel frattempo?
“Niente panico”.