PALERMO – Le opposizioni che contestano “l’assenza di visione” nelle variazioni di bilancio ricordando al governo che l’esame della manovrina potrebbe andare per le lunghe, l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino che senza abbandonare il suo aplomb mostra per la prima volta i muscoli. “Il Parlamento può decidere l’atteggiamento che ritiene opportuno, ognuno si assumerà le sue responsabilità davanti ai siciliani”, è la risposta di Dagnino a chi ipotizza la guerriglia parlamentare.
Maltempo su Palazzo dei Normanni
L’assessore giunge anche a sfidare apertamente l’aula: “Forse siete stati male abituati”, è la frase che scappa all’esponente del governo regionale in risposta alle critiche di Pd, ScN e M5s. Se a tutto questo si aggiunge la polemica al vetriolo La Vardera-Galvagno, che prende le mosse proprio dalle variazioni di bilancio, tanto basta per far segnare maltempo sui cieli dell’Ars. L’esame dei 34 articoli che al momento movimentano circa 420 milioni di euro partirà domani mattina, mercoledì 6 novembre.
ScN: “Testo da rivedere profondamente”
La discussione generale è un lungo monologo delle opposizioni che prendono le mosse dalla riunione avvenuta poco prima in Torre Pisana alla presenza del governatore Schifani. “Ci chiede di volare alto, poi però scopriamo un collage di norme poco chiare e decisioni localistiche”, dice Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord. “Questo testo – sentenzia – va rivisto profondamente”.
M5s: “Norme spot e proclami”
“Un assestamento di bilancio-monstre per quanto riguarda le cifre impegnate – osserva il Cinquestelle Nuccio Di Paola – ma, mentre il governatore Schifani ci chiede di ragionare per macro-temi, il ddl poi presenta norme come quella che destina 12,5 milioni di euro per l’acquisto dell’immobile ex Sicilcassa. Qualcosa non torna”.
Di Paola poi ironizza sui dissapori tra Schifani e l’assessore all’Istruzione Mimmo Turano proprio sul testo della manovrina. “L’assessore ha ‘osato’ dare qualche suggerimento sul testo e ora rischia di essere buttato fuori dalla Giunta. Lo ritengo un portafortuna, perché dove si schiera lui si vincono le elezioni: se verrà fatto fuori fuori passi con noi nel campo dell’alternativa”.
Il capogruppo M5s Antonio De Luca sentenzia sulle misure approntate dal governo: “Al governo interessa poco, guarda già alla Finanziaria. Quelle contenute nel ddl variazioni di bilancio sono norme spot e proclami, tanto le eventuali somme non spese andranno a copertura del disavanzo”.
Pd: “Manca la visione d’insieme”
Il coro di critiche si completa con il Partito democratico. Anche il capogruppo dem Michele Catanzaro pone l’accento sulla “differenza tra le norme localistiche contenute nel ddl e l’atteggiamento di ‘responsabilità’ chiesto da Schifani alle opposizioni”. Nello Dipasquale avverte: “Manca una visione d’insieme. Ancora una volta, a fronte di una consistente quota di risorse economiche, il governo perde l’occasione di innescare autentiche occasioni di sviluppo per la Sicilia. L’Esecutivo cambi marcia e si confronti con l’Aula per i necessari miglioramenti al testo”.
Mario Giambona parla di un governo “che è solo propaganda e zero risultati”, mentre Dario Safina evidenzia come i 30 milioni di euro stanziati per gli accorpamenti delle microimprese “difficilmente arriveranno in porto”. Caustico l’esperto Antonello Cracolici: “Questa manovra rischia di essere come il prezzemolo: se ne mette un po’ su ogni settore, dall’agricoltura alle imprese, dalla siccità ai disabili, ma il prezzemolo da solo non risolve nulla”.
Dagnino: “La manovra ha visione e anima”
Dagnino incassa e replica ribadendo più volte il “valore politico” delle scelte del governo. “La manovra ha visione e anima, dire il contrario è sterile e ingeneroso – sottolinea -. Non sono state distribuite somme a pioggia, il governo non condivide questa visione e preferisce le misure di impatto a medio e lungo termine sull’economia. Abbiamo impostato un ddl che per il 97 per cento di spesa discrezionale destina somme a investimenti”.