CATANIA – Il palazzo di cemento è stato abbandonato. Lo spaccio si è spostato di qualche centinaio di metri in una posizione naturale “privilegiata e favorita dall’architettura del complesso edilizio” del viale Moncada 16. La “Fort Apache” dello spaccio di Librino era diventata questa. A difesa del fortino c’erano le vedette, unico dato comune alle tre organizzazioni criminali Santapaola, Cappello e Cursoti. Per il resto ogni cosca si gestiva in maniera autonoma con uomini e mezzi diversi. .
Ai vertici nel ruolo di capo promotore del gruppo dei Cappello erano i fratelli Salvatore e Bernardo Alessandro Tudisco e Angelo Guzzetta. L’architettura era quella tradizionale consolidata con pusher, custodi, corrieri e cassieri. I nomi: Salvatore Vecchio, Roberto La Spina, Antonino Pitterà, Salvatore Rapisarda, Luigi Battaglia, Francesco Farina, Alfio Gambero, Vincenzo Crisafulli.
La seconda promossa da Giovanni Battaglia, collegata all’associazione Santapaola – Ercolano. I nomi degli affiliati al gruppo: Orazio Aperi, Carmela Battaglia, Venerina Ferlito, Orazio Castagna, Gaetano Petralia, Santo Castagna, Massimo Lanzafame, Dolores Pizzarelli.
L’ultima, diretta da Mario Russo (latitante), coadiuvato dai nipoti Mario e Salvatore Cantone, riferibile ai Cursoti Milanesi. I nomi dei sodali: Colucci Pasquale, Andrea Cambria, Fabio Cammarata, Salvatore Sangiorgio, Anthony La Farina, Mario Gerbino, Giovanni Maugeri, Giovanni Mirabella, Achille Peri, Giuseppe Ferlito, Tiziana Anfuso, Salvatore Caruso.