“Visto che il leader politico, oggi anche nell’antimafia, Walter Veltroni, non vuole fare ‘nessuna forzatura propagandistica’, abbia la compiacenza, alle feste dell’Unità, di non evocare, azzardando ipotesi, stragi che troppo da vicino ci riguardano”. Così, in una nota, Giovanna Maggiani Chelli dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, commentando quanto detto ieri da Veltroni alla festa dell’Unità a Roma. “Nominando le stragi del 1993, collocando le forze politiche che rappresenta fra i progressisti per i quali la mafia avrebbe messo le bombe per fermarne l’avanzata – afferma l’Associazione -, ci pare strumentalizzi il nostro dolore e la nostra rabbia per una parte ben precisa della politica di questo sciagurato Paese. Dove sono stati tutti questi anni questi progressisti, mentre con la bava alla bocca cercavamo verità e giustizia che non abbiamo mai avuto proprio per gli omertosi silenzi, quando non erano addirittura un vero e proprio remare contro per soffocare le nostre grida? Noi ricordiamo che nell’anno 1993 tutti trafficavano in questo Paese e già da parecchio tempo, ed erano veramente tutti affaccendati a coprire forse qualcosa di molto grosso e mai emerso, per il quale fu necessario il tritolo, tritolo del quale ne comprarono in molti ‘un etto’ e lo consegnarono nelle mani della mafia che per tutta risposta uccise i nostri figli”.
Partecipa al dibattito: commenta questo articolo