La vendetta dei boss Lo Piccolo | Storia di una carneficina mancata - Live Sicilia

La vendetta dei boss Lo Piccolo | Storia di una carneficina mancata

Sandro e Salvatore Lo Piccolo

Il racconto del pentito di Carini, Antonino Pipitone.

PALERMO - MAFIA
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PALERMO – Doveva essere una carneficina. Giampiero Tocco non era considerato l’unico responsabile dell’omicidio di Peppone Di Maggio, figlio del boss di Cinisi, Procopio.

Salvatore e Sandro Lo Piccolo, nel 2000, progettavano altri due omicidi. A ricostruirlo è il pentito di Carini Antonino Pipitone: “Ci sono stati altri due personaggi responsabili diciamo della sparizione di Peppone, per come sempre dicevano tutti… c’è stato un tentativo di uccisione a Cinisi di una persona che abitava vicino la casa di Gaspare Di Maggio, sempre figlio di Procopio”.

I killer si erano mossi per pianificare il delitto: “Mi ricordo che si è creato un appuntamento con mio zio Vincenzo Pipitone, Angelo Conigliaro, Pulizzi Gaspare e i due Lo Piccolo, Sandro e Salvatore, a casa da Briguglio… il posto di Briguglio era un posto buono per fare questa battuta diciamo per fare questo omicidio, per commettere questo omicidio”.

Quindi entrarono in azione: “Salvatore Lo Piccolo stabilisce che io guidavo… la macchina, era sempre una Fiat Uno verde… e Sandro Lo Piccolo era messo dietro, coperto con una coperta che aveva un fucile a pompa”. Il commando era composto da più persone: “Mio zio, Pulizzi e compagnia varia cioè facevano da staffetta, ecco, battevano la strada perché io facevo tipo un giro rotondo perché è sotto una montagna dove abita Briguglio a prescindere… era sempre vicino Cinisi… abbiamo fatto un paio di questi giri perché si diceva che questa persona aveva un’usanza che si sedeva con la sedia davanti la porta di casa. Però… fortunatamente sta cosa non è mai avvenuta… quel tentativo è sfumato”.

Sfumò anche un secondo delitto già pianificato. Doveva morire “un’altra persona sempre di Cinisi che era tipo una sorveglianza, un soggiorno obbligato a Terrasini, perché abitava a Terrasini, però è sempre di Cinisi. Un’altra persona… che si cercava di individuare bene o male la zona in cui frequentava e dove se la faceva diciamo a Terrasini”.

L’obiettivo era individuare la vittima affinché Ferdinando Gallina e Gaspare Pulizzi individuassero la persona che andava ammazzata: “Sicuramente perché loro erano gli autori dell’omicidio. Anche Briguglio ha partecipato a questi sopralluoghi”. Di entrambe le vittime scampate al piombo Tocco non ricorda il nome.

 

 


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