ROMA – “Non rompa l’alleanza” questa la frase secca di Nichi Vendola, leader di Sel, che fa vacillare ancora una volta la possibilità concreta di un centrosinistra unito per le prossime politiche del 24 febbraio. Risponde così il governatore pugliese davanti alle manifeste intenzioni di Pierluigi Bersani, che ieri da Berlino, e anche oggi dai microfoni di Radio Anch’io, apre al professore in maniera chiara: “Ho sempre detto che chiedo il 51 per cento, ma che mi rivolgerò a forze alternative a Berlusconi e alla Lega come se avessi il 49 per cento dei voti e sono disponibilissimo a rivolgermi anche a forze come quella di Monti”.
Immediata la risposta di Vendola, che da un teatro della capitale senza tanti giri di parole chiosa: “Inconciliabili, il nostro programma e quello di Monti sono assolutamente inconciliabili. Spero che Bersani non si voglia assumere la responsabilità di rompere l’alleanza del centrosinistra”.
Eppure il leader del Partito democratico ha sempre pensato, e lo pensa tutt’ora, di poter parlare a nome dell’intera coalizione, e quindi anche di Sel, facendo appello alla carta d’intenti firmata da tutti i partiti della coalizione: “Basta leggere la carta d’intenti, che si è data una credibilità in termini di rigore e di serietà. Dopo di che c’è scritto che, a contrasto delle regressioni populiste di una destra europea e nazionale, noi abbiamo un atteggiamento di apertura nei confronti di forze europeiste e costituzionali. È chiaro, però, che le convergenze non si fanno a tutti i costi, deve essere messo alla prova dei programmi”.
Insomma, le elezioni sono alle porte, Berlusconi sale nei sondaggi e le fratture della coalizione del centrosinistra non sarebbero di certo auspicabili per Bersani e per il Pd, che nonostante tutto, a meno di venti giorni dal voto, sente di avere la vittoria in pugno: “Non sento il fiato sul collo. Ho sempre pensato ci fosse la destra e non l’ho mai sottovalutata. Ma quando sento parlare di sorpasso, io rispondo che lo vedo “col binocolo”. Sento che Berlusconi si rimpannuccia con le sue forze, che sono quelle che ha. Ho sempre detto che alle urne chiedo il 51 per cento, ma che mi rivolgerò a forze alternative a Berlusconi e alla Lega come se avessi il 49 per cento dei voti”.