ROMA – “Siamo impegnati a tutti i livelli per salvaguardare e rilanciare l’industria della chimica italiana, settore strategico per il sistema industriale del Paese”. Sono le parole del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, aprendo il tavolo Versalis prima dell’illustrazione del piano di riconversione da parte dell’azienda. Intervengono anche gli assessori regionali Edy Tamajo e Alessandro Dagnino.
Versalis, la relazione del ministro Urso
“Lo scorso autunno – ha spiegato Urso – l’azienda ci ha presentato il suo piano di riconversione industriale, impegnativo ma necessario. Abbiamo subito avviato un confronto, prima bilaterale e poi con tutte le parti sociali e gli enti locali, perché diventasse un progetto Paese. Abbiamo riunito il tavolo della chimica, il 5 dicembre, e iniziato subito un percorso di revisione europeo, guidando il fronte delle riforme, per rendere sostenibile questo settore strategico nel nostro continente”.
“Il 13 dicembre – ha aggiunto il ministro – abbiamo istituito il tavolo Versalis e il 27 dicembre abbiamo presentato con la Polonia e altri Paesi il ‘non paper’ sul Cbam, che prevede una profonda revisione delle normative europee per rendere sostenibili le industrie energivore, con la chimica anche la siderurgia, il vetro e la carta”.
Mercoledì prossimo, ha proseguito Urso – sempre a quanto si è appreso – è all’ordine del giorno del Consiglio competitività a Bruxelles.
“In vista di questo decisivo appuntamento domani parteciperò con il ministro francese Ferracci a una riunione in videocall con altri ministri Ue per realizzare un’alleanza europea per la Chimica. Il nostro governo è in campo e guida il fronte delle riforme in Europa” ha infine aggiunto il ministro.
Interviene Dagnino
“Al tavolo sulla vertenza Eni Versalis, a nome del governo Schifani, abbiamo chiesto e ottenuto che sia garantita l’invarianza dei livelli occupazionali in Sicilia”. Dice l’assessore regionale dell’Economia Alessandro Dagnino che ha partecipato all’incontro pomeridiano al ministero delle Imprese e del Made in Italy.
“Inoltre, registriamo importanti aperture – ha aggiunto l’assessore – sul fatto che l’investimento della società miri anche alla piena riqualificazione delle aziende collegate allo stabilimento e non si limiti al “massimo coinvolgimento” dell’indotto. Il mutamento radicale delle attività d’impresa, infatti, richiede maggiori garanzie per il territorio”.
Dagnino ha infine rilevato che “la base di partenza è soddisfacente e ringraziamo il ministro Adolfo Urso per il lavoro fatto. Abbiamo constatato particolare sensibilità per le nostre istanze e siamo certi che il ministro saprà farsi garante delle esigenze di tutela dell’occupazione e dell’intensità industriale”.
Tamajo: “Saranno garantiti i livelli occupazionali”
“Oggi Eni, alla presenza del ministro Adolfo Urso, ha confermato che saranno garantiti tutti i livelli occupazionali, sia diretti che dell’indotto, nei siti industriali di Priolo e Ragusa, con un massiccio investimento per la Sicilia”, commenta l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, al termine dell’incontro.
Tamajo sottolinea che Eni “ha anche ribadito l’impegno per la riconversione industriale dell’area. Il governo Schifani segue questa vicenda sin dall’inizio e continua a lavorare affinché la nostra regione sia protagonista nel rilancio dell’industria chimica italiana, in linea con quanto affermato dal ministro che ha ribadito l’importanza di rendere l’intero comparto più competitivo e sostenibile”.
“Quello di oggi – aggiunge Tamajo – è un segnale fondamentale per la tutela dei lavoratori e per il futuro della chimica sull’Isola e conferma quanto Eni aveva già detto lo scorso 26 febbraio nel corso di un incontro nella sede dell’assessorato. Il nostro impegno continua, sia sul fronte del dialogo con le aziende e con i sindacati sia nel confronto con il governo nazionale – conclude – affinché questo settore strategico possa avere un futuro solido e duraturo”.
Cisl: “Governo sia garante del patto solidale”
Al tavolo sul futuro di Versalis, la Cisl – a quanto si è appreso – ha chiesto al ministro Urso e al governo di farsi “garanti” del ‘patto solidale’ in tutte le sue fasi, istituzionali e aziendali, sul piano di riconversione dell’azienda della chimica di Eni.
La segretaria nazionale di Femca Cisl, Nora Garofalo, è intervenuta per chiedere “una prospettiva ai siti di Brindisi, Priolo e Ragusa”, che altrimenti potrebbero “rischiare l’abbandono industriale”. I percorsi tracciati dal piano ha osservato – secondo quanto si apprende – “li proiettano verso una persistenza dell’attività industriale nel tempo”.
Il tavolo di monitoraggio costante di cui ha parlato il ministro Urso é “un’ottima idea, nella quale tutti potranno seguire un percorso insieme” ha detto Garofalo. La sindacalista ha quindi esortato a “impegnarci tutti collettivamente, ognuno per la propria parte”.
Cgil Sicilia: “Un piano improponibile per il Paese e la Sicilia”
“L’Eni conferma il suo piano, il governo nazionale e quello regionale non si oppongono, la Regione, tuttavia pone il problema della mancanza nel piano di garanzie occupazionali sia per il diretto che per l’indotto e le chiede”.
Lo riferisce il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, che ha partecipato oggi al Mimit all’incontro sul futuro della chimica di base. Le trattative sono ancora in corso sull’ipotesi di protocollo di intesa. “Da parte nostra_ aggiunge Mannino- c’è stata la piena conferma delle critiche già avanzate insieme alla richiesta di revisione del piano.Un piano improponibile per il Paese e per la Sicilia, per l’industria tutta”.
“Abbiamo sottolineato- dice ancora Mannino- che non ci sono i chiari i contenuti del protocollo che ci chiedono di siglare, chiedendo di conoscerli e di potere trattare per soluzioni migliorative che non mettano all’angolo la chimica, cosa che avrebbe un impatto devastante su tutta l’industria siciliana”.
Inoltre , “che c’ è contraddizione rispetto al libro Verde del governo stesso: lì la chimica viene considerata strategica, non può essere avallato dunque un progetto di chiusura, appiattendosi che come sta accadendo sui piani Eni”.
Mannino aggiunge che “sulle riconversioni in due tempi prima le chiusure e poi si vede L’Eni deve recuperare la credibilità persa con le migliaia di posti di lavoro andati in fumo in questi anni a seguito di riconversioni. Così è stato ad esempio a Gela, dove si sono persi posti di lavoro sia nel diretto che nell’indotto”.
“Di fatto Eni – insiste ancora – non investe nella chimica da 25 anni e abbiamo chiesto al governo di tenere conto di tutto ciò e di opporsi al progetto, considerato l’impatto devastante che avrebbe sull’occupazione e sul territorio”.
Mannino rileva che “l’unica certezza ad oggi sono le chiusure, già avviata quella di Ragusa, a metà dell’anno quella dello stabilimento di Priolo, mentre nebulose restano le prospettive future. Non sono basi positive- sottolinea- per un accordo, quindi bisogna reimpostare la discussione per come la Cgil chiede, dando garanzie vere a tutti i lavoratori e proponendo una riconversione credibile in tempi certi”.
Il segretario generale della Cgil non ha dubbi: “Non si capisce come la Regione, a conclusione dell’incontro, si dichiari soddisfatta nonostante non ci siano state modifiche al testo, visto che in precedenza aveva sollevato il tema della mancanza di garanzie occupazionali”
Mannino riferisce che “solo ora alla Cgil è stato consegnato il testo completo del protocollo, su cui faremo – sottolinea-le necessarie proposte emendative con l’auspicio che vengano accolte, altrimenti il testo, nella sua attuale stesura, non è per noi accettabile”.
Cgil e Uil: “Sullo stabilimento Eni-Versalis serve chiarezza”