Una proroga delle convenzioni, per spostare il problema un po’ più in là. La vicenda che riguarda le società partecipate della Regione rimane incandescente. In particolare quella legata alla nascita della Servizi ausiliari Sicilia, nuova mega-azienda nella quale dovranno confluire, stando al piano di riordino dell’assessore Gaetano Armao, le liquidate Beni culturali spa, Multiservizi e Biosphera.
Una vicenda complessa, che ancora non ha trovato una soluzione. E il tempo stringe. Tra quattro giorni scadranno infatti sia le convenzioni con gli ospedali e gli enti serviti da queste società, sia il cosiddetto “patronage”, la garanzia posta dalla Regione all’erogazione degli stipendi dei dipendenti, operata “concretamente” da Unicredit.
E anche oggi, lavoratori e sindacati si sono ritrovato sotto gli uffici dell’assessorato Bilancio per chiedere a gran voce una soluzione. E per il momento, la risposta ricevuta non farebbe altro che posticipare la soluzione del problema. La dirigente dell’assessorato Maria Filippa Palagonia, infatti, ha reso nota ai sindacati l’intenzione di proporre una proroga ulteriore di un mese alle convenzioni.
“Una proposta – ha detto Michele D’Amico dei Cobas Codir – che, se da un lato sembra risolvere una questione, in realtà non fa altro che spostare i problemi in un altro momento. I nodi da sciogliere in questa vicenda, infatti, sono ancora moltissimi”.
E tra questi, ad esempio, c’è la necessità di incaricare un nuovo Consiglio di amministrazione per la nascente Sas. Il vecchio, infatti, (che era poi quello di Beni culturali spa), composto da Elena Pizzo, Salvatore Sammartano e di Adelaide Spatafora ha deciso di lasciare pochi giorni fa. Adesso, la convocazione per il nuovo cda è prevista per questa settimana (giovedì o venerdì).
“Evidentemente, però, – aggiunge D’Amico – questo cda non sarà istituzionalizzato, non sarà operativo prima del 9-10 luglio. E non possiamo non sottolineare – incalza – la cattiva abitudine di quanti sono buoni a occupare i posti nei cda fin quando c’è da percepire indennità, ma sono pronti a scappare appena emerge qualche problema da risolvere”.
Intanto, però, la proroga consentirà quantomeno di recuperare tempo per completare il processo di liquidazione e creare la nuova società. Almeno, questo è l’auspicio del governo. “Non vorremmo però – prosegue D’Amico – che con la nascita del nuovo cda, si riparta da capo nell’affrontare alcuni problemi”.
E tra i problemi ancora da risolvere, ovviamente, c’è quello ad esempio legato all’assunzione dei 129 interinali, cui i tribunali di Palermo e Agrigento hanno riconosciuto il diritto di essere stabilizzati. Sentenze che hanno avuto un ulteriore suggello nel parere del giurista Alessandro Garilli, depositato anche alla commissione bilancio all’Ars. E non a caso, il presidente della commissione, Riccardo Savona, ha previsto per il 2 luglio la convocazione del presidente della Regione Raffaele Lombardo. Un segnale, insomma, per chiedere al governo chiarimenti sulla vicenda dell’assunzione degli interinali. Vicenda sulla quale lo stesso Savona s’era espresso chiaramente, ribadendo la necessità di portare a termine “la transazione del personale in organico Multiservizi nella nuova società consortile e la chiusura dei contenziosi in essere, che riguarda i 129 soggetti che hanno svolto servizio fino al 2010”.
E tra i sindacati interessati dalla protesta, anche la Uiltucs, che chiede le dimissioni dell’assessore all’Economia Gaetano Armao: “L’ennesimo breefing, di cui trapelano notizie, previsto in ambienti politici, – dichiara il segretario regionale Pietro La Torre – non aiuta certamente a dare rassicurazioni. È ormai diventato uno scenario improponibile ed indigeribile per i lavoratori così come per le organizzazioni sindacali. L’assessore Armao – ha aggiunto – che doveva garantire il processo di riordino secondo le direttive impartite dalla legge in materia, non può essere che il principale responsabile dell’attuale situazione; il mancato governo dei vertici societari, dei consulenti che si alternano al capezzale con interpretazioni estemporanee della normativa di riferimento, la mancata previsione e governo di tutti gli aspetti di natura organizzativa, funzionale, economica e finanziaria, appaiono il frutto di una politica distratta, nel migliore dei casi, o addirittura incapace di gestire compiutamente processi per portarli alla loro logica conclusione”.
Ma, come detto, sullo sfondo c’è anche la scadenza del “patronage” della Regione sicilina. La garanzia con la quale l’amministrazione s’è impegnata a pagare gli stipendi, concretamente erogati da Unicredit. “Ma Unicredit ha chiuso i rubinetti – ha detto Angelo Cacioppo, coordinatore provinciale Ugl – e adesso è necessario ridefinire l’accordo”. Più ottimista Mimma Calabrò, della Fisascat Cisl: “Sono certa – ha detto – che si troverà una soluzione o attraverso un rinnovo del patronage o attraverso altri strumenti che possano comunque garantire gli stipendi ai lavoratori”. Ma il tempo stringe. Bisognerà fare tutto entro questa settimana.