Vertenza Tecnis, Cgil:| “Ricorrere alla Legge Marzano” - Live Sicilia

Vertenza Tecnis, Cgil:| “Ricorrere alla Legge Marzano”

Una corsa contro il tempo per salvare l’azienda. Entro un paio di giorni al massimo serve una “soluzione salva vita” per evitare il peggio. Intervento di Albanella e Raia.

il destino dei lavoratori
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CATANIA – Vertenza Tecnis: una corsa contro il tempo. Entro un paio di giorni al massimo serve una “soluzione salva vita” per evitare il peggio. E’ questo l’allarme della Cgil e della Fillea Cgil che avanzano la proposta di ricorrere alla legge Marzano “per la ristrutturazione economica e finanziaria delle grandi aziende in stato di insolvenza ed anche l’eventuale cessione di complessi aziendali”. Una strada da imboccare per scongiurare “lo spezzatino” aziendale che avrebbe ricadute pesantissime sulla tenuta occupazionale dell’azienda. “Adesso che il piano di ristrutturazione del debito è stato ritirato e che, comunque sia, non è ancora stata presentata una proposta alternativa, concordato concorsuale o altro, quali sono le misure da potere adottare per mettere in sicurezza le attività, l’occupazione ed il completamento delle opere?”, si chiedono i segretari generali della Fillea di Catania, Giovanni Pistorio e della Camera del Lavoro, Giacomo Rota. I due sindacalisti, pur guardando con speranza alla possibilità di revoca dell’interdittiva antimafia che consentirebbe a Tecnis di potere partecipare a nuove gare d’appalto, esprimono alcune perplessità. “Basterà questo a salvare il patrimonio professionale e a mettere al riparo la comunità dal rischio dal danno che emergerebbe per il mancato completamento dei lavori della Ferrovia Circumetnea e di quelli relativi all’Ospedale San Marco di Librino, opere il cui completamento è propedeutico all’avvio di tutta una fase di nuovi lavori?”.

Tra i rischi legati un eventuale crollo c’è anche il destino lavorativo di migliaia di fornitori che vantano crediti per cento milioni di euro. “Se qualcuno pensa che l’intervento della giustizia nel caso in questione così come in casi simili sia, anche se necessario, la causa del tracollo dell’imprenditoria nostrana, è un mistificatore”, dicono i sindacalisti. “La causa del crollo di questo colosso dai piedi d’argilla è imputabile soprattutto alla mala gestione, tanto è vero che quasi contemporaneamente ai fatti giudiziari ed a partire dal 9 novembre 2015 Tecnis ha presentato in Tribunale un programma di ristrutturazione del debito per circa 300 milioni di euro che non tenendosi in piedi è stato ritirato, prima della eventuale omologa/rigetto, il 18 febbraio scorso. Adesso è necessario entrare nell’ottica della proposta e non rassegnarsi a subire gli accadimenti e l’inevitabile fine”, argomentano Rota e Pistorio.

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