06 Gennaio 2021, 18:21
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PALERMO– Le scuole superiori, in Sicilia, verosimilmente, non riapriranno in presenza l’undici gennaio e si continuerà con la Dad, la didattica a distanza, almeno fino a fine mese. Questo, in attesa di comunicazioni ufficiali, è quanto trapela dal vertice tra gli esperti del Comitato Tecnico Scienticifico siciliano, l’assessore alla Salute, Ruggero Razza e l’assessore all’Istruzione, Roberto Lagalla.
Ma il ragionamento che è stato portato avanti va oltre i licei e si profila una raccomandazione generale che prevede un elenco di restrizioni. I medici chiamati al capezzale dell’emergenza Covid, nel dettaglio, starebbero spingendo anche per rimandare l’apertura di tutti gli altri istituti per cui, secondo il calendario regionale, la campanella dovrebbe suonare, per la maggior parte, l’otto gennaio prossimo.
Il documento tecnico è stato messo a punto stasera, subito dopo la riunione, in attesa di essere rivisto e votato domani, prima di finire sulle scrivanie assessoriali. Nel dibattito ha prevalso la linea di non riapertura e del non ritorno tra i banchi, come si scriveva, soprattutto se i numeri, nelle prossime ore, dovessero risultare ancora peggiori, perché il frangente impone cautela. Ovviamente, sarà necessario l’imprimatur istituzionale affinché il consiglio della scienza si trasformi in atto concreto. E sono decisioni che metteranno insieme lo specifico regionale e le regole nazionali in divenire. Siamo, cioè, in uno scenario fluido tra suggerimenti, monitoraggio e apprensioni. Toccherà alla politica trovare la sintesi: un passaggio che avverrà a breve, dopo l’acquisizione di tutti i parametri.
La riunione era stata già convocata nei giorni scorsi. Oggi, i tecnici e la politica si sono confrontati con un peggioramento della situazione della pandemia in Sicilia. Il bollettino dell’Epifania è eloquente: sono 1.692 i nuovi positivi al Coronavirus in Sicilia su 9.767 tamponi processati. Le vittime sono state 29 nelle ultime 24 ore, cifre che portano a 2593 deceduti dall’inizio della pandemia. I positivi sono 37.739 con un aumento di 313 casi. Negli ospedali i ricoveri sono 1384, 4 in meno rispetto a ieri, mentre i ricoveri in regime ordinario sono 1190, 8 in più rispetto a ieri. In terapia intensiva i ricoveri sono 194, 4 in più rispetto. I guariti sono 1350. Il tasso di positività si attesta oltre il diciassette per cento. La ricaduta sugli ospedali, in questo momento, è sostenibile. Però, l’immediato futuro preoccupa.
“Come preannunciato, l’assessore regionale dell’Istruzione e Formazione professionale, Roberto Lagalla, ha partecipato, insieme all’assessore alla Salute, Ruggero Razza, alla fase di avvio dei lavori del CTS regionale, rappresentando la esigenza di conoscere, sulla base dei dati tecnico-scientifici in possesso dello stesso CTS, i potenziali elementi di rischio sanitario connessi alla eventuale riapertura, in presenza, delle scuole superiori, a partire dal prossimo 11 gennaio – si legge in una nota -. Il CTS, anche alla luce dell’esigenza di armonizzare la specifica richiesta con le ulteriori proposte di mitigazione diffusiva del contagio, ha assicurato, nel continuare i lavori in sede tecnica, che, entro la giornata di domani (7 gennaio), sarà fornito formale parere a riscontro della richiesta assessoriale”. “I dati epidemiologici ci mettono in uno stato di criticità -aggiunge l’assessore al telefono -, confermo che aspettiamo le proposte del CTS”.
“La crescita dei contagi non è inattesa. È il risultato di comportamenti che tutti abbiamo avuto modo di rilevare e documentati anche da alcune immagini arrivate dalle nostre città. Se da un lato osserviamo, fortunatamente, un’incidenza non critica dei ricoveri ospedalieri, dall’altro è opportuno prevedere concrete azioni contenitive parametrate alla situazione. Stiamo affrontando questi temi nella seduta odierna del Comitato tecnico scientifico regionale che è appena iniziata”. Questo, invece, ha detto l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, prima dell’inizio della riunione.
“Siamo nuovamente nella situazione di qualche mese fa, quando sono stato costretto a sospendere un provvedimento già pronto, ancorché di dubbia legittimità, per le scuole di competenza comunale – dice il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando -. La scuola è importante, certamente, ma non possiamo per questioni di principio provocare una strage. Lo stesso vale per le attività economiche per le quali torniamo a chiedere interventi adeguati. Non è inoltre accettabile continuare a bloccare la capacità dei Comuni di rendere servizi essenziali per vincoli e limiti di spesa che altri paesi europei hanno sospeso e che in Italia continuano a essere vigenti. Non sono tollerabili impuntature di burocrazie di Palazzo che sembrano vivere fuori dalla attuale realtà. Se è emergenza si adottino provvedimenti di emergenza che tutti gli altri paesi europei hanno già adottato. Non vi è più tempo da perdere”.
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06 Gennaio 2021, 18:21