I sindacati piantano Raciti | Cgil, Cisl e Uil disertano l'incontro - Live Sicilia

I sindacati piantano Raciti | Cgil, Cisl e Uil disertano l’incontro

La Cisl si tira indietro all'ultimo minuto temendo strumentalizzazioni e Bernava attacca i democratici. La segue la Uil e alla fine anche la Cgil. Il segretario: "Chiudersi nel rapporto con il solo Governo regionale rischia di essere pericoloso per i lavoratori". Ma la vice Spicola dà ragione ai sindacati. (di Salvo Toscano)

PALERMO – Doveva essere l’occasione per parlare dell’emergenza lavoro. E magari per incalzare il governo di Rosario Crocetta, con il quale i sindacati, soprattutto Cisl e Cgil, non sono teneri. Ma la convocazione dei tre confederali da parte del segretario regionale del Pd Fausto Raciti si è rivelata un boomerang. Che ha colpito in pieno il partito e la sua segreteria. Proprio in un momento in cui a Roma i rapporti tra democrat e sindacati sono quanto mai tesi sulla questione riforma del lavoro.

L’incontro tra Raciti e i tre segretari confederali Barone, Bernava e Pagliaro era in programma per questa mattina. Alla fine, avevano allertato dal Pd, ci sarebbe stato spazio per un incontro con i giornalisti. Dettaglio che avrebbe messo sul chi va là i sindacati. Che hanno temuto che l’incontro potesse essere strumentalizzato e utilizzato nel braccio di ferro tra l’ala del partito a cui appartiene il segretario e il governo di Rosario Crocetta.

E così, il primo a sfilarsi è stato Maurizio Bernava. Il leader del sindacato da una parte più critico verso il governo, ma dall’altra più in apparente sintonia sui contenuti con la Confindustria. Un forfait – che sarebbe stato spiegato proprio con il timore di strumentalizzazioni di parte – che ha spinto a quel punto anche la Uil a fare un passo indietro. Sembrava che almeno la Cgil sarebbe arrivata in via Bentivegna, o almeno Raciti ci contava. E invece niente. Altro forfait e tutto rinviato. A parlare fin qui è solo Pagliaro. Che in una nota scrive: “Quello che abbiamo da dire sulla crisi alla regione e il Pd è contenuto in una lettera che nei giorni scorsi abbiamo inviato a Fausto Raciti e a Matteo Renzi nella qualità di segretario nazionale del Partito democratico. Stiamo aspettando le risposte”.

“Se in un primo momento eravamo stati possibilisti sull’incontro – spiega Pagliaro – era perché non abbiamo interesse ad azioni di facciata, a sottolineare che non siamo la stampella di nessuno perché questo è già nei fatti. Quello che pensiamo sulla situazione politica regionale è chiaro – aggiunge- e lo abbiamo ribadito anche nel corso dell’ultimo direttivo”. In quell’occasione Pagliaro ha anche sollecitato a tutte le parti sociali “la costruzione di un percorso unitario e condiviso di proposta e mobilitazione, per evitare la lenta agonia della Sicilia, cominciando con l’elaborazione di una piattaforma unitaria sulla quale vincolare l’azione del governo Crocetta”. “Nella lettera a Raciti e Renzi Pagliaro scrive che “sui temi della crisi economica e sociale in Sicilia l’azione del Pd siciliano è stata deficitaria e distante rispetto a quello che servirebbe”. “La ‘ strategia politica’, se così può chiamarsi, tutta sbilanciata su richieste di rimpasto e sulle poltrone, in un clima di costanti divisioni, di fronte ai tanti fallimenti del governo è poco credibile e rischia di trasformarsi in un boomerang per lo stesso Pd”. Pagliaro sottolinea che “questo clima mette a serio rischio la credibilità del Pd come soggetto politico di cambiamento”.

Raciti ha dovuto prendere atto del flop. Affidando a un comunicato le sue perplessità. “Alla luce dell’improvvisa indisponibilità di una parte sindacale, abbiamo deciso di rinviare l’incontro in programma questa mattina – scrive il segretario -. Continuiamo comunque a ritenere che a fronte di un dibattito politico spesso giocato sulle tattiche parlamentari sia utile mettere al centro i problemi del lavoro, partendo dal confronto con le sigle sindacali più rappresentative. Dispiace constatare che questo sforzo in Sicilia sia più difficile che altrove, soprattutto alla luce dei limiti dell’azione di Governo più volte denunciati dagli stessi sindacati”.

“A chi stamattina ha annunciato la propria indisponibilità al confronto con il Partito Democratico, mi permetto di suggerire che chiudersi nel rapporto con il solo Governo regionale rischia di essere pericoloso non tanto per le sigle sindacali, quanto soprattutto per i lavoratori e i disoccupati siciliani. Noi saremo sempre al loro fianco, è nel nostro dna”.

Ma Raciti viene in qualche modo “censurato” anche dalla sua vice. “I problemi della Sicilia devono essere la priorità del Partito Democratico, da discutere dentro il partito e fuori il partito con le parti sociali, con i cittadini e con gli elettori. Ma i problemi del Partito Democratico, interni i al partito o di rapporto col governo regionale, sono del Partito Democratico, non di altri. Per questo comprendo la perplessità delle organizzazioni sindacali a partecipare a una convocazione, di cui abbiamo appreso solo dai media, che aveva tutto l’aspetto di una convocazione strumentale effettuata dal solo segretario, o da una parte del partito”, scrive in una nota Mila Spicola.

“Immagino che nessuna forza sindacale avrebbe perplessità a incontrare il segretario di un partito se rappresentasse posizioni unitarie prese in modo legittimo dentro gli organismi – prosegue il vicesegretario -. E che si tratti di decisioni che prevedano azioni per risolvere i problemi della Sicilia, non i problemi interni del PD e del suo rapporto col governo. E’ bene, prima di convocare i sindacati, convocare gli organismi per fare sintesi e trovare una mediazione unitaria e con quella offrirsi alle parti sociali, oltre che ai siciliani. Del resto questo è il compito della politica e di una buona leadership: trovare sintesi e mediazioni tra legittime posizioni diverse”.


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