PALERMO – “Sono passati 33 anni e purtroppo non abbiamo ancora verità né giustizia. Quella di via D’Amelio non è una strage isolata ma fa parte di una serie di stragi che hanno insanguinato l’Italia e che avevano lo scopo preciso di cambiare l’equilibrio politico nel nostro Paese”. Lo ha detto Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso il 19 luglio 1992, a Palermo, presentando le iniziative che il movimento Agende rosse organizza in occasione del 33esimo anniversario della strage.
Via D’Amelio, 33 anni dopo la strage
E in merito alle iniziative che si terranno in via D’Amelio, Borsellino ha precisato: “Voglio dare voce a quei giovani ‘ingannati’ il 23 maggio con l’anticipo del minuto di silenzio per la strage di Capaci”. Il riferimento è a quanto accaduto davanti all’Albero Falcone di via Notarbartolo, a Palermo.
“No alle istituzioni in via D’Amelio”
In via D’Amelio, invece, “ci sarà posto solo per i familiari delle vittime di mafia e per le associazioni che li riuniscono”. E se dovesse arrivare qualche esponente delle istituzioni? “Via D’Amelio è una strada pubblica – precisa Borsellino -, qualcuno può venire ma come libero cittadino e non come istituzione. Se dovesse arrivare qualcuno in qualità di ‘istituzione’ allora alzeremo le agende rosse e volteremo le spalle”. Un segno di protesta, quindi, contro quelle istituzioni ” che a 33 anni di distanza non ci hanno ancora dato verità e giustizia – precisa – sulla strage”.
E ancora: “Si vuole isolare la strage di Via D’Amelio dalle altre stragi. Isolarla è un vero e proprio depistaggio istituzionale. In questi giorni stanno venendo alla luce, attraverso il mio avvocato Fabio Repici e la gip Luparello, a Caltanissetta, altri dettagli. Parlo di un documento nel quale si dimostra che Paolo, in quei giorni che precedevano la strage, si stava occupando delle rivelazioni del pentito Lo Cicero, il quale parlava della presenza dell’eversione nera a Palermo”.
L’eversione di destra
Parlava anche della partecipazione dell’eversione nera a Capaci – prosegue – E’ questo quello su ci si dovrebbero indirizzare le indagini. La commissione Antimafia cerca di allontanare le verità addebitando tutto al dossier mafia-appalti. Paolo non arrivò mai ad andare a Caltanissetta per dire quello che aveva scoperto, fu ucciso prima”, “L’eversione di destra e i servizi segreti, oltre alla mafia, sono presenti nella maggior parte delle 61 stragi che io ho voluto elencare nella nuova edizione dell’agenda rossa. Andando indietro anche a Portella della Ginestra”.

