CATANIA. “Via la violenza da San Berillo”. È questo il grido d’allarme lanciato dalla Cooperativa Sociale di Comunità “Trame di Quartiere” a seguito dell’ennesimo atto di aggressione contro un’operatrice della Caffetteria Trame Café. Ieri, una giornata di sciopero e volantinaggio per dire – appunto – “Via la violenza da San Berillo” e perché le Istituzioni cittadine non si voltino dall’altra parte.
“Dopo lo scoppio della pandemia il livello di violenza, trascuratezza e incuria del Quartiere da parte delle istituzioni è aumentato sensibilmente” dicono i soci della Cooperativa Sociale. Una trasformazione da quartiere a luci rosse in quartiere a luci spente “tanto è alto il disinteresse della Questura, dei Servizi Sociali del Comune di Catania e delle istituzioni in generale – sottolinea Luca Lo Re di Trame di Quartiere – che hanno permesso nel giro di pochi anni il proliferare di meccanismi di sfruttamento, povertà e marginalità sociale dove la violenza la fa da padrone.
In questo contesto l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, tra cui crack e psicofarmaci, regola un sostanziosa parte delle relazioni tra le persone che vivono nel quartiere. In questi anni l’errore più grande è stato quello di considerare San Berillo un luogo da preservare contro la speculazione e gli speculatori, non tenendo in considerazione che organizzazioni criminali in maniera diretta e indiretta hanno cominciato ad operare in maniera indisturbata imponendo la legge del più forte parlando il solo linguaggio che conoscono: la violenza in tutte le sue forme”.
Numerose sono state le denunce degli abitanti e di Trame di Quartiere a Questura, Prefettura e Servizi sociali del Comune di Catania per trovare soluzioni condivise, per rendere il quartiere più sicuro per i propri abitanti e con risposte concrete alla grave marginalità sociale che vivono. “Le nostre denunce puntualmente non hanno trovato risposte, le istituzioni si sono girate dall’altra parte perché il tema “San Berillo” non interessa e va bene così com’è – continua Lo Re – un’atteggiamento di menefreghismo lo notiamo ogni giorno con interventi delle forze dell’ordine insufficienti che non vanno a fondo sulle trame illegali esistenti e oramai radicate”.
Una giornata, quella di ieri, per dialogare con gli abitanti e denunciare l’abbandono delle istituzioni che “permette il proliferare della violenza in tutte le sue forme”. Alle 18, poi, l’appuntamento nella piazza delle Belle per la via Crucis presieduta da Monsignore Luigi Renna. Sette le stazioni rappresentate nel quartiere con la lettura di brani tratti dalla vita di tutti i giorni ed esperienze personali enunciate dagli stessi residenti. Si è proseguiti fino alla chiesa del Santissimo Crocifisso della Buona Morte da via Di Prima dove sono state rappresentate le altre 7 stazioni.