Viabilità, provvedimenti a rischio |Inturri: "No, se coerenti con Pgtu" - Live Sicilia

Viabilità, provvedimenti a rischio |Inturri: “No, se coerenti con Pgtu”

Secondo l'esperto della passata amministrazione, alcuni provvedimenti adottati dalla giunta Bianco potrebbero essere impugnati. Ma l'esperto di mobilità per l'Ateneo allontana l'ipotesi, pur invitando l'amministrazione a dare concretezza al piano in vigore. D'Agata: "Siamo al lavoro".

piano generale del traffico urbano
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CATANIA – Provvedimenti dell’amministrazione che potrebbero essere a rischio e programmazione delle azioni relative a mobilità e viabilità che potrebbe essere scaduta. Tiene banco, in queste ore, la discussione intorno al Piano generale del traffico urbano – lo strumento obbligatorio di cui devono dotarsi i Comuni con più di 30.000 abitanti), di cui Catania si è dotata nel 2012 e che non è ancora stato aggiornato.

Ad aver scatenato brusii e interventi è stato quanto affermato dal consulente per la mobilità del sindaco Stancanelli, Giacomo Guglielmo, secondo cui alcune decisioni prese dalla giunta Bianco in materia di viabilità potrebbero essere impugnate di fronte al Tar perché non inserite nel Pgtu, come già accaduto a Messina con l’isola pedonale di via dei Mille. “Come mai – si chiede l’ingegnere – il Pgtu non è stato aggiornato in questi 2 anni, come prescritto, e non sono stati inseriti gli interventi più significativi realizzati e da realizzare? E ancora – aggiunge – c’è una giurisprudenza consolidata a dimostrazione che, se questi interventi non sono inseriti nel Pgtu vengono bloccati con l’obbligo di ripristino dello status quo”.

Tanto è accaduto a Messina dove, dopo il ricorso di alcuni commercianti e un residente contro l’isola pedonale del centro cittadino, in via dei Mille. Lo scorso novembre, il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia sezione staccata di Catania (Sezione Terza) ha accolto l’istanza cautelare proposta col ricorso introduttivo e con i connessi motivi aggiunti e per l’effetto ha sospeso, per quanto di ragione, i provvedimenti impugnati. Insomma, il Tar, pur riconoscendo le prerogative del sindaco e della Giunta, ha maturato la sua scelta poiché i pregressi provvedimenti istitutivi della predetta area pedonale erano stati adottati espressamente nelle more di adozione del PUGT”.

Il rischio, secondo Guglielmo, è quello che anche l’amministrazione comunale etnea potrebbe trovarsi esposta a questo genere di azioni, per via del mancato aggiornamento dello strumento di programmazione, in vigore dal 2012, attualmente scaduto ma ancora valido, se non modificato o aggiornato.

“La durata del piano è di due anni – conferma Giuseppe Inturri, esperto del Rettore per la Mobilità – ma rimane in vigore fino a quando non viene sostituito o aggiornato. Proprio come il Piano regolatore generale”. Ma occorre, secondo l’esperto, che l’amministrazione lavori ai piani di dettaglio del Put, il Piano urbano del traffico, che è la parte del Pgtu che scende nello specifico. “I piani di dettaglio del Put – sottolinea – sono gli strumenti che rendono concreto il Pgtu che contiene i principi generali e analizza le scelte generali, non scendendo nel concreto. Le decisioni prese a livello generale – aggiunge – non sono scadute, ma servono i piani di dettaglio che diano contenuti al Pgtu. In ogni caso – conclude – quanto effettuato fino a oggi dall’amministrazione non sembra in conflitto con i principi generali enunciati nel Piano generale del traffico”. Insomma, se le scelte sono coerenti con i principi generali del Pgtu, non dovrebbe esserci alcun rischio. Ma la certezza non c’è. Per questo occorre fare in fretta e definire il dettaglio dei vari interventi.

Cosa che l’amministrazione comunale ha iniziato a fare. “Ci stiamo lavorando – conferma l’assessore alla Viabilità Saro D’Agata – ma la tempistica dipende dagli uffici”. Per ovviare, si potrebbe fare qualche emendamento, anche da parte del direttore e senza il passaggio in Consiglio comunale, per inserirvi i recenti provvedimenti già adottati sul piano della viabilità. Non farlo potrebbe, come accaduto a Messina, costringere l’amministrazione a ripristinare lo status ante.

 


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