Viadotto, Ciucci chiama Crocetta| Giovedì tavolo tecnico a Roma - Live Sicilia

Viadotto, Ciucci chiama Crocetta| Giovedì tavolo tecnico a Roma

Il presidente dell'Anas: "Forte impegno dell'Anas a predisporre entro la prossima settimana il progetto di demolizione del viadotto Himera". Polemica da parte del coordinatore della Struttura di missione di Palazzo Chigi, #italiasicura, Erasmo D'Angelis: "Regione e Anas dovevano intervenire prima". Istituiti nuovi treni nella tratta Palermo-Catania. Allarme da Coldiretti e Codacons.

La frana sulla palermo-catania
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PALERMO – Il presidente dell’Anas Pietro Ciucci ha avuto questo pomeriggio un colloquio telefonico con il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, rassicurandolo “sul forte impegno dell’Anas a predisporre entro la prossima settimana il progetto di demolizione del viadotto Himera (carreggiata in direzione Catania) dell’autostrada A19 Palermo-Catania e ad avviare alcuni interventi di manutenzione straordinaria sui percorsi alternativi”. Si legge in una nota dell’Anas. “Ciucci ha anche confermato al presidente Crocetta – prosegue la nota – che il movimento franoso, che non si è ancora fermato, al momento non ha interessato la carreggiata della A19 in direzione Palermo e che, dopo i lavori di demolizione, sarà possibile valutarne la riapertura a doppio senso di circolazione, al fine di ridurre significativamente i disagi per gli utenti”.

Il presidente dell’Anas ha poi confermato i percorsi alternativi definiti nella riunione di ieri alla Prefettura di Palermo, con il concorso della stessa Regione Sicilia, disponibili fra l’altro sul suo sito web www.stradeanas.it. L’Anas ricorda infine “che non ha alcuna competenza sul versante franato, che peraltro era assai distante dalla sede autostradale, che non ha mai ricevuto né direttive né fondi per la risoluzione del dissesto. Inoltre non risultano pervenute segnalazioni del pericolo da parte degli enti territoriali competenti”. “Il viadotto Himera – conclude la nota – non aveva necessità di alcun monitoraggio in quanto la struttura, prima dei noti fatti, risultava perfettamente efficiente a seguito dei controlli periodici dei tecnici di Anas”. Dopo il colloquio telefonico di questo pomeriggio, Ciucci e Crocetta hanno concordato un incontro domani pomeriggio a Roma.

Si istituirà giovedì mattina alle 11, a Palazzo Chigi, il tavolo tecnico per affrontare i temi dell’emergenza idrogeologica e infrastrutturale della Sicilia. Lo rende noto l’assessorato regionale al Territorio. “Grazie alla tempestività del coordinatore dell’unità di missione contro il rischio idrogeologico Erasmo D’Angelis ed al rapporto di collaborazione già consolidato con la Regione Sicilia saranno invitati al tavolo ANAS, RFI, ministero Infrastrutture, ministero Ambiente, assessore Infrastrutture e al Territorio e Ambiente della Regione Sicilia. “L’obiettivo – si legge in una nota – è’ individuare la strada più veloce per superare la fase emergenziale, ma soprattutto incominciare a parlare seriamente di monitoraggio e prevenzione”.

“La verità va detta tutta: quel versante franato che ha distrutto il viadotto dell’autostrada Palermo-Catania poteva essere messo in sicurezza, e Anas e Regione potevano e dovevano intervenire già dieci anni fa e nessuno lo ha fatto. Nemmeno a noi è mai arrivata la segnalazione del rischio”.

A dirlo è Erasmo D’Angelis, Coordinatore della Struttura di missione di Palazzo Chigi, #italiasicura contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, sulla vicenda del cedimento del pilone della autostrada siciliana A19 a causa di una frana. “Ma quella frana – prosegue D’Angelis – non è un indizio, è la prova non solo della mancanza di monitoraggi, cure e manutenzioni ordinarie del nostro territorio più fragile nelle Regioni più a rischio, ma anche di sciatteria, disorganizzazione, disattenzioni, abusi, scarsissimo interesse anche nel dibattito pubblico al gravissimo problema del dissesto idrogeologico”. “C’è solo da vergognarsi – sostiene D’Angelis – per il mancato utilizzo di fondi per mettere in sicurezza frane e città. Altro che tesoretto, noi siamo arrivati a scovare il doppio anzi il triplo della cifra scoprendo e recuperando risorse inviate dallo Stato e non spese, soprattutto al Sud, per contrastare il dissesto e costruire depuratori: sono oltre 5 miliardi negli ultimi 15 anni, che facciamo spendere solo oggi. Questa è l’Italia da cancellare”.

 “Bisogna essere molto chiari, l’Anas non è un ente regionale. Più volte abbiamo incontrato l’Anas e non ha mai comunicato che tra le opere da monitorare c’era anche il ponte dell’autostrada Palermo-Catania. Finiamola con gli scaricabarile”. Così il governatore della Sicilia Rosario Crocetta replica a Erasmo De Angelis, coordinatore della struttura di missione di Palazzo Chigi Italiasicura contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche sul cedimento del pilone dell’autostrada A19. “Sciatteria? Tutti bravi sono a parlare – aggiunge Crocetta – Non facciamo il gioco delle tre carte. Se dieci anni fa è stata fatta una segnalazione ne prendo atto ma io non ero al governo e al mio governo non è stato comunicato nulla. In ogni caso il tema non è questo, bisogna invitare l’Anas ad agire per risolvere il problema intanto proponendo subito percorsi alternativi, senza perdere tempo in polemiche inutili”.

“Martedì è stata convocata la Giunta di governo. In quella sede chiederemo lo stato di emergenza per eseguire i lavori. La zona della frana di Caltavuturo con la vecchia programmazione non poteva rientrare negli interventi delle aree a rischio geomorfologico molto elevato (R4) perché non è densamente abitata. Un assurdo. Per questo per intervenire dobbiamo chiedere lo stato di emergenza”. Lo dice l’assessore regionale al Territorio Maurizio Croce. “Giovedì siamo stati convocati tutti a Roma dal coordinatore della Struttura di missione di Palazzo Chigi, e in quella sede chiederemo 300 milioni di euro per gli interventi sulla frana – conclude – Se ci si pensava in tempo servivano 30 milioni. Adesso ne servono 300”.

LE REAZIONI

Marco Venturi, presidente di Confindustria Centro Sicilia, mette in guardia: “Non possiamo permetterci il lusso di tenere chiusa a tempo indeterminato la principale via di collegamento tra il capoluogo e Catania: le imprese subirebbero danni incalcolabili”. Intanto da domani circoleranno due treni in più tra Palermo e Catania. Il sindaco di Catania, Enzo Bianco, ha detto che “bisogna subito ricucire quest’isola spezzata in due creando tra Catania e Palermo collegamenti in treno e in aereo”.

“E’ necessaria una task force Stato-Regione affinché si affrontino, nella maniera più efficace possibile, tutti i problemi infrastrutturali e legati al dissesto idrogeologico che sono stati causa ed effetto del cedimento del viadotto sull’autostrada Palermo-Catania. Una situazione che di fatto ha spaccato a metà la Sicilia e per la quale presenterò un apposito question time al ministro Delrio”.

E’ quanto dichiara il deputato di Area Popolare (Ncd-Udc) Alessandro Pagano. “Le conseguenze di quanto accaduto sono drammatiche per la Sicilia e i siciliani. C’e’ il rischio che l’autostrada rimanga inagibile per anni con tutti i problemi che ciò comporterà per i pendolari, per il commercio, sul piano economico. Per questo – prosegue Pagano – va potenziata la viabilità su ferro e la rete infrastrutturale secondaria, e anche di questo chiederemo delucidazioni al ministro”.

“Ma soprattutto – conclude – è necessaria una sinergia tra i ministeri competenti e le autorità locali, anche valutando l’ipotesi di un commissario straordinario, per accelerare la progettazione e realizzazione dei necessari interventi stradali. Proprio in tal senso va coinvolto quindi il ministero dell’Ambiente e la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico”.

“Oggi a partire dalle 17, insieme a sindaci, amministratori locali, associazioni e semplici cittadini mi troverò subito dopo lo “Svincolo di Scillato” sotto l’autostrada Palermo-Catania per protestare contro la vergogna del crollo dei piloni, autostradali. Ad affermarlo Vincenzo Figuccia, Vicecapogruppo di Forza Italia all’Ars e Coordinatore azzurro per la provincia di Palermo, che prosegue affermando: “ Non permetteremo che l’incuria e la negligenza di questo governo, continuino a distruggere la nostra terra, facendola sprofondare in un baratro sempre più profondo.

Nell’occasione si costituirà il comitato “Contro la vergogna dei piloni autostrada Palermo-Catania” – continua Figuccia- che grazie all’adesione di istituzioni e società civile, vigilera’ affinché venga ripristinata una delle più importanti bisettrici autostradali in Sicilia.

“E’ arrivato il momento – conclude Figuccia – di dire basta a questo governo che si caratterizza per approssimazione e incapacità e noi lo diremo a gran voce per il bene della Sicilia e dei Siciliani”.

Un commissario straordinario con ampi poteri di progettazione e realizzazione degli interventi stradali e autostradali. L’impiego “attivo” dei forestali sul fronte della prevenzione e del dissesto idrogeologico. Il ricorso alla “cooperazione assistita” Stato-Regione in tema di fondi Ue per infrastrutture di trasporto e collegamento. E una corsia preferenziale all’Ars per il varo della riforma degli enti di area vasta “perché tra le competenze di liberi consorzi e città metropolitane, rientra proprio la materia dei collegamenti stradali secondari”.

Sono le proposte della Cisl Sicilia a seguito della frana e del cedimento di un pilone del viadotto Himera, nell’autostrada Palermo-Catania. “Un crollo che pesa come un’ipoteca sul presente e sul futuro dei siciliani – lamenta Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia – anche alla luce della situazione disastrata della viabilità nell’Isola e dell’arretratezza dei collegamenti ferroviari tra l’est e l’ovest della regione”.

È la drammaticità della situazione, sostiene in una nota la Cisl, che impone “l’intervento coordinato Stato-Regione e anche la nomina di un commissario straordinario quale garanzia di massima celerità degli interventi. Il neo-ministro Del Rio non perda tempo”, esorta la Cisl. Ma al di là dell’emergenza e dell’eccezionalità della situazione, è necessario, sostiene Milazzo, un “intervento a tutto tondo nella gestione del territorio regionale”. I disastri, infatti, vanno prevenuti con opere di messa in sicurezza e “i lavoratori forestali hanno competenza e capacità che non possono essere ignorate”.

Tra l’altro, “l’impiego attivo dei forestali nella prevenzione del dissesto idrogeologico costerebbe alle casse pubbliche meno di quanto costa poi far fronte ai disastri che il dissesto genera”. La Cisl denuncia, inoltre, “l’inammissibile esclusione dell’autostrada Catania-Ragusa dal piano nazionale delle infrastrutture strategiche e sollecita il governo regionale a intervenire su quello nazionale affinché l’opera sia realizzata e il territorio del sud-est della Sicilia non subisca questa penalizzazione”. E fa sapere che assieme alla federazione cislina degli edili (Filca), all’inizio della settimana chiederà al governatore Crocetta e all’assessore regionale delle Infrastrutture Giovanni Pizzo, un “incontro urgente sulla vicenda del viadotto, per fare chiarezza sui tempi e le modalità degli interventi”.

Da domani circoleranno due treni in più tra Palermo e Catania. La misura anticipa di qualche settimana un più consistente potenziamento dei collegamenti tra i due capoluoghi che, previsto per dicembre, sarà invece avviato entro la fine di aprile. Regione Siciliana, Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana, nell’ambito del progetto di velocizzazione dei collegamenti ferroviari sull’Isola, hanno raggiunto un accordo per ridurre i tempi di attuazione del programma. Ciò consentirà anche di agevolare la mobilità dei cittadini dopo l’improvvisa chiusura di un tratto dell’autostrada A19 Palermo – Catania.

“Per l’agricoltura la chiusura dell’autostrada A19 rappresenta l’ennesima catastrofe”. Lo afferma la Coldiretti siciliana riferendosi ai danni che già da domani, con la riapertura dei mercati, si verificheranno a causa della chiusura di un pezzo di autostrada A19 determinata dal cedimento di un pilone nella zona tra gli svincoli di Scillato e Tremonzelli. “Per raggiungere la parte occidentale dell’isola si dovranno sostenere maggiori costi di trasporto che si sommano al tempo necessario per raggiungere Palermo dalle strade alternative – sostiene la Coldiretti – Il danno deriva anche dallo stato delle arterie interne dove si susseguono frane e smottamenti e dove i mezzi pesanti non possono transitare”. “Per i tir – prosegue l’organizzazione – che trasportano prodotti agricoli l’unica possibilità è l’autostrada Messina Palermo che per chi, ad esempio, deve partire da Ragusa, significa un viaggio di almeno cinque ore. Vista la gravità della situazione bisogna proclamare lo stato di emergenza”.

“Ciò che è accaduto in queste ore in Sicilia, sull’autostrada Palermo – Catania è l’ulteriore conferma di quanto sia fondamentale la conoscenza geologica del territorio, sia nella fase propedeutica alla progettazione, sia in quella del monitoraggio successivo all’esecuzione dell’opera, purtroppo assente anche sotto il profilo normativo. In questo caso si tratta di un’opera costruita molti decenni fa, in un periodo in cui l’approccio interdisciplinare era sconosciuto ed in cui la conoscenza geologica era marginale, se non probabilmente mancante”. Lo ha affermato poco fa Gian Vito Graziano , geologo siciliano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi .

“Ma è pur vero che la frana, peraltro di grandissima estensione, era conosciuta – ha proseguito Graziano – e la situazione doveva dunque essere monitorata. Ma in Italia si monitorano le parti strutturali dei viadotti e delle gallerie, i cavi delle funivie, le sezioni impiantistiche, ma non si controllano mai le interazioni tra le opere e i terreni. Questo perché continua ad imperare una visione anacronistica di un territorio statico, laddove è invece scientificamente dimostrato che esso è dinamico, si evolve e reagisce all’inserimento di un’opera. Se il pilone del viadotto autostradale è collassato, è evidente che le condizioni dei terreni al contorno si sono progressivamente modificate, sino a superare la soglia di resistenza della struttura. E’ ora che i massimi organi tecnici dello Stato comprendano che la normativa sulle costruzioni deve essere modificata in questa direzione e che è necessario, anzi urgente, prevedere l’obbligo di un monitoraggio geologico periodico dopo la conclusione della costruzione dell’opera. Altrimenti i nodi continueranno a venire al pettine e noi seguiteremo a farci trovare impreparati”.


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