Catania. Il Giudice di Catania Grazia Anna Caserta ha ammesso le costituzioni dell’associazione animalista Le Aristogatte e dell’ente di tutela L’Altra Zampa come parte civile all’udienza sui presunti maltrattamenti agli animali e ai gatti di Villa Curia. Assistite dagli avvocati Floriana Pisani e Tania Cipolla, le associazioni saranno dunque presenti. L’imputata è accusata di maltrattamento di animali e di esercizio abusivo della professione veterinaria. Le associazioni in una nota affermano di aver deciso congiuntamente di difendere anche nelle aule del Tribunale i diritti degli animali, per difendere chi non ha voce e tutelare il benessere etologico dei gatti, oltre che far conoscere dall’opinione pubblica questa tipologia di reato sempre più frequente ma considerata di serie B perché perpetrata a danno di semplici “animali”.
L’area di Villa Curia il 21 Maggio 2019 è stata posta sotto sequestro a seguito di un sopralluogo effettuato dalla Polizia Municipale durante il quale sono emerse presunte carenze igienico-sanitarie, a seguito del quale il Comune di Catania ha revocato l’incarico di volontariato per la mancata osservanza del regolamento di gestione Oasi felina comunale Parco Curia all’associazione Gli Altri.
Le Aristogatte, considerato che i gatti liberi che vivono nel territorio comunale costituiscono un patrimonio indisponibile, hanno accettato l’incarico di garantire il benessere dei felini e si sono fatte carico dell’immensa e inaspettata mole di lavoro per aiutare questi gatti. Un’attività di puro volontariato e non retribuita in alcun modo, svolta sotto l’attenta supervisione delle autorità competenti, Asp e Comune di Catania, che costantemente forniscono disposizioni alle quali il personale autorizzato dell’associazione deve rigorosamente attenersi.
L’associazione spiega di star resistendo “con dignità, dedizione e passione, operando nel rispetto della legge e del benessere etologico dei felini, cercando di aiutare tutti meglio che può”. I presidenti delle associazioni Vera Russo e Emanuela Tosto, avendo tra le loro finalità statutarie il benessere degli animali e tra i loro principi etici il divieto assoluto di accettare maltrattamenti a danno degli animali, hanno deciso di continuare la loro battaglia riunendosi per dare un segnale forte alla collettività al fine di sensibilizzarla sul disvalore legale ma soprattutto etico dei reati di maltrattamento a danno degli animali indifesi che anche a causa dell’indifferenza della collettività subiscono maltrattamenti crudeli e sofferenze inutili. Si torna in aula il 27 gennaio.