Villaggio Kartibubbo, dall'abbandono alla rinascita

Villaggio Kartibubbo, dall’abbandono alla rinascita

Confiscato all'imprenditore monrealese Calcedonio Di Giovanni adesso in amministrazione giudiziaria

CAMPOBELLO DI MAZARA – È arrivata l’acqua potabile, c’è la rete fognaria e gli allacci sicuri per la fornitura dell’energia elettrica. Cosa è diventato oggi il villaggio ‘Kartibubbo’ a Torretta Granitola sequestrato nel 2014 e che pochi giorni la Corte d’Appello di Palermo ha confiscato, in primo grado, all’imprenditore monrealese Calcedonio Di Giovanni?

Il mega complesso turistico nel territorio di Campobello di Mazara appare oggi un esempio di bene confiscato che non è finito abbandonato ma ha continuato, migliorandola, la propria attività di ricezione turistica. “Lo situazione in cui trovammo il villaggio era a dir poco di abbandono e ci vollero diversi mesi di studio da parte di tecnici qualificati per venire a capo di come funzionasse tutta la struttura, anzi di come non funzionassei nulla”, spiega Giovanni Critti, amministratore della ‘Kartibubbo Fulgens in Lege srl’.

La società è nata per volontà degli amministratori giudiziari, coinvolgendo anche un socio privato e la cooperativa ‘Sanvitese Servizi Alberghieri’, che già gestisce l’hotel ‘Panoramic’ di San Vito Lo Capo, anche questo confiscato. “Le nostre ambizioni erano quelle di riportare il villaggio ‘Kartibubbo’ in condizioni di legalità per ridare dignità a un bellissimo pezzo della nostra splendida Sicilia”, dice ancora l’amministratore. Poco più che quarantenne, una laurea in Ingegneria ambientale, Giovanni Critti ha scelto di rimanere a lavorare in Sicilia.

“In un primo momento la situazione ci era apparsa così compromessa da farci quasi desistere sulle possibilità di riprendere l’attività turistica-ricettiva”, spiega. Fu dopo il sequestro della Dia nel 2014 che il comune di Campobello scoprì che non c’erano le fognature, il villaggio non aveva l’allaccio idrico alla rete pubblica e l’impianto antincendio non era stato adeguato. È stata la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani in prima battuta nel 2014 e l’Agenzia dei beni confiscati dopo la sentenza di primo grado nel 2016 ad affidare in gestione tutti gli immobili confiscati a Di Giovanni dentro il villaggio alla società ‘Kartibubbo Fulgens in Lege srl’. “Ci hanno affidato un preciso compito – dice Critti – cioè quello di realizzare nel più breve tempo possibile tutti gli interventi igienico-sanitari e di sicurezza per consentire di continuare a svolgere l’attività ricettiva in legalità”. La società ha provveduto anche a eseguire i primi interventi di ristrutturazione sugli alloggi e su alcuni servizi primari, quali la ristorazione e le piscine, grazie alla collaborazione di Unicredit.

“Abbiamo ottenuto anche l’Autorizzazione unica ambientale – dice Critti – e abbiamo messo in sicurezza gli impianti sportivi. Ora vogliamo aprirci al territorio, mettendo a disposizione i nostri spazi a chi vuole proporre iniziative culturali, per continuare a percorrere insieme il cammino della legalità”.


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