"Villaggio Montano abbandonato"| L'ultimatum dei residenti - Live Sicilia

“Villaggio Montano abbandonato”| L’ultimatum dei residenti

Oltre 50 famiglie scrivono al Comune e alla Regione

MONREALE – Strade dissestate, illuminazione assente, degrado e incuria: da anni ormai il Villaggio Montano di San Martino delle Scale, che rientra nel territorio di Monreale, lamenta l’abbandono da parte delle istituzioni. Ma stavolta una cinquantina di famiglie ha deciso di prendere carta e penna e di scrivere non solo al Comune, ma anche al Prefetto di Palermo, al presidente Musumeci, a due assessori regionali, al sindaco metropolitano e ai Vigili del Fuoco per lanciare l’allarme.

“Scriviamo a seguito dei recenti gravissimi episodi di incendio che hanno pregiudicato fortemente la pubblica sicurezzaper effetto del mancato intervento negli ultimi vent’anni della Pubblica Amministrazione nel mantenimento del manto stradale delle strade comunali, oltre che della pubblica illuminazione – si legge nella nota – Da anni l’incuria e il disinteresse della Pubblica Amministrazione, ed in particolare del Comune di Monreale, hanno condotto ad un gravissimo pregiudizio della qualità dei servizi resi ai cittadini e ad un degrado dei luoghi tale da non consentire più ai proprietari delle case (residenti e villeggianti) di raggiungere in sicurezza le proprie abitazioni e, ciò che è altrettanto se non più grave, di fuggire in caso di incendio”.

La località, infatti, è ormai difficile da raggiungere, specie di sera, ed eventuali mezzi di soccorso non riuscirebbero a raggiungere le abitazioni, né gli abitanti potrebbero fuggire in caso di incendio. “Il servizio di raccolta rifiuti viene raramente eseguito e questo, assieme alla mancata rimozione di carcasse di auto abbandonate ed al totale abbandono degli spazi di pubblica fruizione, rende la zona gravemente degradata”, sostengono gli abitanti che devono fare i conti anche con furti e vandali. I residenti chiedono nuove strade, cura del verde che ormai le invade, il ripristino dell’illuminazione pubblica e l’abbattimento degli edifici pericolanti. La lettera dà anche un ultimatum di 30 giorni, decorsi i quali “saremo costretti nostro malgrado a porre in essere ogni ulteriore iniziativa a nostra disposizione per ottenere l’erogazione dei servizi pubblici anche essenziali e salvaguardare la incolumità nostra e dei nostri beni”.

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