"Violentò le figlie e una nipote" | Condannato a 22 anni - Live Sicilia

“Violentò le figlie e una nipote” | Condannato a 22 anni

Si tratta di una delle pene più pesanti inflitte dal Tribunale di Palermo. La drammatica testimonianza in aula di una delle vittime.

PALERMO - LA SENTENZA
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PALERMO – È una stangata. Si tratta di una delle pene più alte che siano state inflitte per violenza sessuale dal Tribunale di Palermo. Un uomo è stato condannato a ventidue anni di carcere: avrebbe abusato delle figlie e di una nipote. La sentenza del collegio presieduto da Bruno Fasciana va oltre la richiesta del pubblico ministero Carlo Lenzi che si era “fermata” a quindici anni.

Drammatica era stata la testimonianza di una delle vittime. In aula aveva ripercorso gli anni dell’orrore. Da bimba ad adolescente con la costante degli abusi sessuali subiti. La ragazza, oggi poco più che ventenne, ha raccontato che le violenze sarebbero iniziate quando aveva nove anni e sono andati avanti fino ai diciassette compiuti. In macchina, appartatati lungo la strada che sale per Monte Pellegrino, a casa o nell’abitazione dei nonni. Cambiava il luogo ma non l’umiliazione e il dolore. La vittima non aveva risparmiato in aula un linguaggio crudo. Era stato uno sfogo piuttosto che una testimonianza contro il padre che sedeva alle sua spalle.

Una storia triste, ma anche di riscatto. Da qualche tempo la vittima ha deciso di lasciarsi alle spalle il passato. Prima si è trasferita a vivere al Nord, ospite di alcuni parenti. Poi, però, ha capito che non bastava cambiare città per cambiare vita. La vera svolta è stata la denuncia del padre. Una decisione maturata per salvare se stessa ma soprattutto la sorella e la cugina che continuano a vivere a Palermo. Il suo era un segreto difficile da conservare anche perché, giorno dopo giorno, i parenti iniziavano a sospettare qualcosa. Troppo strano che la ragazza si rifiutasse di salutare il padre al telefono.

La sua denuncia ha fatto scattare le manette per il genitore e ha dato il via al processo che stamani si è concluso con una stangata. “Voglio ringraziare gli investigatori della Squadra mobile – racconta una delle ragazze -, senza il loro aiuto non avrei avuto la forza di liberarmi di un peso insopportabile”.

 

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