CATANIA – Tutelare i piccoli alunni e poter raccogliere le testimonianze con serenità attraverso l’istituto dell’incidente probatorio. Sono queste in estrema sintesi le motivazioni, sostenute da un apporto normativo, che hanno spinto la pm Anna Trinchillo a formulare al Gip la richiesta di incidente probatorio nel procedimento a carico della maestra, O.L., sospesa lo scorso maggio per le violenze che avrebbero subito gli alunni della scuola elementare dove lavorava.
L’insegnante, indagata per maltrattamenti e lesioni nei confronti di una bambina, è stata interdetta dal servizio a seguito delle risultanze investigative raccolte dai carabinieri. Indagini che si sono avvalse anche di intercettazioni video che hanno blindato le denunce raccolte.
Offese, bacchettate, schiaffi, violenze fisiche e psicologiche. Questo avrebbero subito i piccoli alunni nel corso dell’anno scolastico. Li avrebbe chiamati “teste di scecco” in diverse occasioni. Oppure li avrebbe rimproverati in modo minaccioso dicendo: “Devi stare qua e non ti devi muovere più, altrimenti ti appiccico la testa al muro”. La magistratura parla di “continue mortificazioni” subite dai bambini che avrebbero vissuto la scuola “con soggezione e timore”.
Una storia quella della maestra che ha avuto ripercussioni e retroscena inquietanti. L’insegnante, infatti, una settimana dopo la notizia del provvedimento cautelare ha trovato nella sua porta di casa ad Aci Catena i segni di alcuni colpi di arma da fuoco. Episodio su cui indagano i carabinieri di Acireale. Un’azione di violenza che è stata immediatamente condannata dal sindaco ma anche dalle mamme degli alunni della scuola. Non è certo questa la strada per ottenere giustizia.
L’inchiesta dunque potrebbe arrivare a un passo decisivo. Se il Gip accoglierà la richiesta di incidente probatorio del pm le indagini preliminari potrebbero essere chiuse. E si potrebbe, quindi, aprire la seconda fase: quella della richiesta di rinvio a giudizio.
