“Voglio avere notizie e foto del mio bambino: è dallo scorso agosto che non ne ricevo più. E’ mio figlio e mi manca da morire”. Così Veronica Panarello, sul suo secondogenito, al suo legale in aula, l’avvocato Pia Giardinelli dello studio Villardita, durante una pausa dell’udienza preliminare a Ragusa in cui è stata rinviata a giudizio per calunnia nei confronti del suocero Andrea Stival. L’avvocato Villardita l’ha vista ieri nel carcere di Catania, dove è attualmente reclusa in attesa di essere ritrasferita a Torino, e l’ha trovata “determinata nel difendere se stessa”, sempre “più forte nel dirsi innocente” e che “pensa continuamente a Loris e a suo fratello più piccolo”. Secondo la donna, notizie e foto le sono inviate, ma senza la frequenza prevista durante l’udienza di separazione.
Veronica Panarello sarà processata per calunnia nei confronti del suocero perché per quell’accusa Andrea Stival era stato indagato, come atto dovuto, ma la sua posizione è stata successivamente archiviata. Il rinvio a giudizio per calunnia della donna, condannata a 30 anni di reclusione per il delitto anche in secondo grado, è stato disposto dal Gip di Ragusa Ivano Infarinato che ha fissato la prima udienza per il 26 novembre davanti al Tribunale monocratico presieduto dal giudice Manenti. Andrea Stival si è costituito parte civile con l’avvocato Francesco Biazzo. Veronica Panarallo era in aula assistita dall’avvocato Pia Gardinelli dello studio di Francesco Villardita, penalista che sta curando il ricorso in Cassazione contro la condanna della Corte d’assise d’appello di Catania. La sentenza della Suprema Corte è attesa per il prossimo 21 novembre.
Lei continua a proclamarsi innocente. In questi giorni è reclusa a Catania per potere assistere all’udienza preliminare, ma sarà nuovamente trasferita nel carcere di Torino.