MESSINA – Mentre la Sicilia guadagna il triste primato addirittura in Europa, insieme alla Campania, di regione con la più alta percentuale (41,4%) di individui a rischio povertà ovvero la platea di coloro che hanno un reddito netto equivalente inferiore a 10.106 euro l’anno, tra il 2019 e il 2020, i governi e gli enti preposti non hanno tratto le conclusioni di rito per alleggerire questa situazione.
Il dato del singolo siciliano è inabissato al di sotto del 50% della media nazionale, secondo il rapporto Eurostat su reddito delle famiglie e disuguaglianze. Si muove qualcosa a Palazzo dei Normanni per lo studio di una proposta di legge sulla lotta alla povertà che ha previsto una conferenza dei capigruppo, indetta oggi pomeriggio.
A sensibilizzarla è stato l’intervento del presidente della Comunità di Sant’Egidio Sicilia Emiliano Abramo, nonché coordinatore regionale di Demos Sicilia che, proprio in questa sede, ha suscitato i consensi non solo dell’universo della politica (in questa circostanza basilare) ma anche di grosse realtà di volontariato che si spendono con l’assistenza ai poveri e ai “nuovi poveri”.
A Messina, per esempio, questa iniziativa legislativa si sposa con il sollecito che la Comunità di Sant’Egidio rivolge adesso e ha già rivolto, circa un mese e mezzo fa, all’Amministrazione e al Consiglio comunale per allargare il range dei requisiti richiesti alla popolazione in difficoltà socio – economica per ottenere sostegni aggiuntivi quali la family card. Palazzo Zanca aveva ricevuto quest’appello da parte di Caritas, Comunità di Sant’Egidio, Croce Rossa e Terra di Gesù onlus. Comunità di Sant’Egidio, presieduta in città da Andrea Nucita, supporta oltre 1000 nuclei familiari tra cui, anziani, bambini, senzatetto e migranti e fornisce loro contributi alimentari ma anche d’istruzione e vicinanza a tuttotondo.
La città dello Stretto è di norma un territorio molto generoso, a detta delle stesse associazioni che offrono aiuto e vivono anche di beneficienza ma il ragionamento da fare riguarda non le possibilità della rete assistenziale che c’è e funziona con il massimo impegno quanto la spinta legata alle risorse disponibili o da intercettare da parte delle istituzioni cittadine. La Comunità di Sant’Egidio territoriale invoca da un lato che la legge regionale sulla povertà venga rapidamente emanata ma che si avverta il malessere delle persone in stato di bisogno come se fosse proprio e che i parlamentari regionali possano indurre a svincolare nuovi fondi anche nella cerchia politica e amministrativa peloritana.
Il responsabile a Messina, Nucita, spiega che il loro servizio cerca di essere eterogeneo: una volta a settimana per la ripartizione della spesa alle famiglie anche a domicilio, una volta a settimana con i bimbi per recupero scolastico e scongiurare l’allontanamento dagli studi in fortissimo aumento con il lockdown (specialmente nelle periferie) e due volte a settimana donazione di pasti caldi a chi è privo di casa. «Il centro ‘Floribert Bwana’ di Camaro è un luogo privilegiato dove tanti messinesi servono ed incontrano i poveri con altruismo e gratuità – manifesta Nucita -. Dall’inizio della pandemia, tanti disagiati lo hanno condiviso con noi, insieme ai racconti delle loro necessità, preoccupazioni e speranze. Ci facciamo interpreti delle tante istanze di soccorso verso chi è a capo di questa città per mettere a sistema i Servizi Sociali con i giusti investimenti».
Non a caso la Sicilia viveva un’emergenza sociale, ancor prima che fosse colpita dal propagarsi del Coronavirus. L’alleanza contro la povertà della Sicilia deve passare attraverso un “welfare di prossimità come processo culturale ed economico” per definire lo sviluppo sostenibile delle comunità con infrastrutture sociali e politiche mirate ad innovare la logistica. Le misure di sostegno non bastano, se non si garantisce la presa in carico dei nuclei familiari, se non si abolisce la propensione agli atti individuali e se non si ottimizza il concetto di percorso inclusivo di lavoro.
La Caritas Diocesana di Messina, con il suo direttore Padre Nino Basile, si allinea al pensiero della Comunità di Sant’Egidio, per quanto la proposta all’Ars sia autonoma.
“A livello locale – dice Padre Nino – malgrado i mezzi di contrasto, i nuclei familiari non riescono ad accedere ai sostegni del Comune: non hanno sulla carta i requisiti ideali perché in possesso della casa o di un reddito che non è lo specchio della condizione attuale di cassaintegrazione che arriva con ritardo o non arriva. Noi chiediamo al Comune di revisionare i parametri. Non si è in grado di sostenerli, l’accompagnamento deve essere forte e fatto con cognizioni del futuro perché non porta benefici. Quali le prospettive? Non mi pare che ci siano fruitori che sono stati assunti da qualche datore di lavoro. Noi proponiamo tirocini lavorativi di appena sei mesi di formazione. Ma non vogliamo rischiare di creare nuovo precariato negli anni. Le parrocchie candidano soggetti svantaggiati non solo economicamente ma anche di abilità. Le possibilità sono trenta e la Caritas contatta le aziende con il nostro progetto che deriva dai fondi 8 per mille. Il settore deve essere nuovo per il tirocinante, secondo le norme dello Stato e i canoni del Centro per l’Impiego con cui collaboriamo”. Il continuo dialogo tra azienda e tirocinante ha fatto sì che queste persone trovassero occupazione nella ristorazione, nella falegnameria, in un ostificio (che produce in zona sud ostie per la celebrazione), in tipografia e nelle serre.
“Abbiamo selezionato all’inizio del 2021- specifica Padre Nino -, a giugno partiremo con responsabilità diffusa e non centralizzata, per trasferire i casi più urgenti a livello locale con finalità pedagogica e contributo fattivo della parrocchia. Il disagio sociale va studiato in base in base a dove emerge. Intendiamo educare a un tipo di carità che permetta all’altro di acquisire indipendenza. Anche i padri di famiglia 40nni e 50enni sono una scommessa perché altrimenti non avrebbero avuto accesso al mondo del lavoro”. La Caritas ha un ruolo decisivo con il Centro di Ascolto Diocesano dove le storie più tragiche saltano fuori, a volte non nella prima conversazione (è il caso dei ludopatici) e vengono demandate alle parrocchie, con la possibilità di presa in carico più diretta. Senza di loro, il lavoro sarebbe immane ma, innanzitutto, infruttuoso. Le fasce di cittadini che chiedono aiuto alla Caritas comprendono gli anziani che prima ce la facevano con la propria pensione ed ora non ce la fanno più e persone rimaste disoccupate. Occorre fidarsi ed affidarsi ai progetti come “Lavoro e Dignità”, sulla dispersione scolastica e il Centro Ascolto in via di costituzione a Barcellona Pozzo di Gotto.
Anche il Presidente di “Terrà di Gesù onlus” Francesco Certo, opera dal “Centro Buon Pastore”, dove si sono alternate 4-5mila persone in disagio sociale all’anno, in varie occasioni, provenienti da vario indotto. Qui non c’è un servizio solo rifornimento vettovaglie e farmaci ma anche di visite mediche, esclusivamente il lunedì e mercoledì pomeriggio. Solo i bambini rappresentano il 30%. Gli invisibili vengono assistiti con l’apertura dell’Help Center per le cure mediche lunedì e mercoledì nella propria sede ed anche ospitati di pomeriggio nel centro diurno, in gestione all’Associazione “Santa Maria della Strada”. Il progetto “on the road” viene svolto in giro per strada, nella notte del mercoledì, con “Terra di Gesù” che coinvolge 5 medici, più infermieri e sanitari per lasciare anche la prima colazione. Il martedì e venerdì invece c’è l’impulso del “Pane di tutti,” per cui 200 buste di spesa alla settimana vengono distribuite, in convenzione con il Banco Alimentare.
Il medico cardiologo Certo ha instaurato un’operosità divenuta indispensabile, con una serie di prestazioni mediche offerte che, dal 2013 (dall’epoca in cui è nato Help Center), ammontano a 80mila, oltre alla donazione di 50mila farmaci.
Il responsabile di Terra di Gesù ha sottoscritto l’appello sui sostegni da elargire anche ai target del momento: chi è rimasto senza lavoro perché la propria azienda è fallita, a chi lavorava in nero, a chi lavorava autonomamente con partita Iva. Ma il presidente crede di più nel rapporto con le persone, è più scettico su alcuni progetti da far finanziare alle istituzioni. Indiscutibile la generosità dei messinesi anche per lui. “Una parte del 5 per mille è stata concessa dall’Amministrazione municipale all’inizio del lockdown – continua -. Sicuramente, è più quello che diamo rispetto a quello che riceviamo. Dovremmo agganciarci di più ai benefattori che ci consentono di realizzare belle attività. Adesso, sponsorizziamo la ‘Cesta del Buon Pastore,” collocata nelle farmacie, per portare i medicinali, presidi sanitari e simili, grazie alla convenzione tra Terrà di Gesù e Federfarma. 24 farmacie che hanno aderito al Banco farmaceutico hanno raccolto l’ultima pensata del ‘Buon Pastore’. Noi abbiamo a che fare con gli invisibili e l’accoglienza nella Casa della Misericordia con otto posti (che di solito si trova nella parrocchia ‘Santa Maria Incoronata a Camaro superiore), per ora in un convento a Giampilieri. Siamo un supporto vero alle numerose chiamate degli assistenti sociali”.
Disegno di legge contro povertà, deciso l’iter veloce in Commissione Salute dopo incontro Capigruppo-Miccichè
La Conferenza dei Capigruppo, in rappresentanza di tutte le forze politiche che compongono l’Assemblea regionale siciliana, ha stabilito oggi pomeriggio che il Disegno di legge che disciplina le misure di contrasto alla povertà sarà traghettato in Commissione Salute in sede redigente per sveltire l’iter di approvazione nell’Aula di Consiglio. A dirlo è il Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che abbiamo sentito a margine della riunione con i deputati e l’assessore alla Famiglia e alle Politiche Sociali Antonio Schiavone. “Il tema è così importante che non può attendere più – commenta Miccichè – e stiamo facendo in modo che un fenomeno così dilagante sia rallentato e fermato. Il ddl passerà nella VI Commissione, dove si assisterà ad una discussione in sede redigente. Ciò significa che il testo definitivo non dovrà poi subire aggiustamenti, all’interno della successiva seduta del Parlamento siciliano”.
Non ci saranno dunque emendamenti da inserire nel contesto dell’Aula perché tutto sarà deciso con il beneplacet di tutti i partiti che si vedono schierati dalla stessa parte, almeno sotto la stella della solidarietà. Probabilmente, i tempi saranno dettati dalle fasi minime tecniche. La prossima settimana, il trasferimento in Commissione Salute e si spera in una decina di giorni in assemblea per tirare le fila con i deputati.