Leggo e sento, in vista degli accordi che ci accingiamo a fare per le elezioni europee, continui attacchi ingiuriosi contro “il mostro” Totò Cuffaro e chiunque faccia parte della Democrazia Cristiana. Ci siamo abituati, ma in questi giorni le offese – da Pizzarotti a Calenda – attraversano la penisola da Nord a Sud, per arrivare a Cateno De Luca e Laura Castelli. Le offese di Calenda prendono di mira anche la classe dirigente della Democrazia Cristiana manifestando la solita discriminazione di chi riconosce i diritti a giorni alterni e cerca di attuare un razzismo politico che mira ad escluderci da una democratica competizione elettorale.
La paura di questi soggetti, politicamente, si trasforma in ossessione senza esprimere un solo contenuto politico, senza idee né valori da proporre: si continua a sperare di fermare l’avanzata, offendendo. Credo che i modi siano importanti quanto i contenuti e, nel caso di questi politici, non condivido i modi e non vedo alcun contenuto. Magari c’è chi li considera politicamente dei grandi statisti, ma il bello della vita è che ognuno è libero di vedere ciò che desidera.
La contraddizione sta nel fatto che soggetti del genere, che sono l’anti-politica per eccellenza, poi cerchino una credibilità in politica per creare consenso. L’ignoranza artificiale che diffondono offre l’idea che ci troviamo in un’arena politica, dove i gladiatori e le belve servono solo a fare spettacolo e non a proporre progettualità politica.
Certo, sono assolutamente di parte e il mio giudizio può sembrare una forma di irritazione. In realtà, vi dico che se in passato non tolleravo la discriminazione e il razzismo politico nei confronti della Democrazia Cristiana e di Cuffaro in particolare, oggi me lo spiego come la favola “La volpe e l’uva”. Avendo visto a casa di Cuffaro anche tantissimi detrattori venire a chiedere qualcosa, tra questi anche l’on. Laura Castelli e l’on. Ismaele La Vardera, credo di dover spiegare la metafora in chiave politica: si tratta di una reazione a una sconfitta o una mancata candidatura, magari sostenendo pure di non aver mai desiderato la vittoria o la candidatura o disprezzando il premio di poter essere eletti.
Care volpi e cari volpini, fatevene una ragione: la Democrazia Cristiana è diventata nuovamente un soggetto politico di interesse ideologico e sociale e farà la sua parte anche per le prossime elezioni europee.
*l’autore è segretario regionale della Democrazia Cristiana