Waterfront, critiche al concorso |Le richieste dei professionisti - Live Sicilia

Waterfront, critiche al concorso |Le richieste dei professionisti

Ordine degli Ingegneri, degli Architetti e dei Geometri esprimono perplessità alla selezione pubblica per la progettazione del fronte mare.

la nota congiunta
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CATANIA – Una buona idea ma. Sono perplessi gli ingegneri catanesi in relazione al progetto sul waterfront, per cui l’amministrazione comunale ha lanciato un concorso di idee presentandolo alla città all’inizio del mese di febbraio. Lo sono nel metodo, più che nel merito, per via della modalità di selezione decisa da Palazzo degli Elefanti e illustrata pubblicamente dall’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo. Il delegato del sindaco Bianco ha spiegato i criteri del concorso di progettazione, che dovrebbe servire da base tecnica per realizzare poi il famoso collegamento mare – città. L’oggetto del concorso è infatti la riqualificazione integrale dell’area costiera che va da piazza Europa al viale Kennedy, la porzione di territorio che dovrebbe essere “liberata” con l’interramento dei binari e della Stazione centrale, parte integrante del progetto di raddoppio del binario della linea per Bicocca della Rete ferroviaria italiana.

Ma gli ingegneri dell’ordine etneo, con i colleghi architetti e ai colleghi geometri, hanno segnalato alcune criticità. Pur evidenziando come il concorso di idee rappresenti “Una procedura virtuosa” in linea con le disposizioni di legge, permarrebbero alcune anomalie evidenziate in una lettera indirizzata, tra gli altri, al sindaco Bianco e al presidente dell’Autorità del sistema portuale della Sicilia orientale, Andrea Annunziata, all’interno della quale sono elencate le criticità poi illustrate nel dettaglio.

“Innanzitutto – esordiscono i professionisti – il bando pubblicato il 17 gennaio 2018 con il titolo “Concorso di idee per un masterplan – riqualificazione del waterfront e delle zone di interazione della città con il porto e la ferrovia, promosso dal Comune di Catania dell’Autorità portuale” è stato bandito ai sensi dell’articolo 156 del decreto legislativo 50 del 2016 con procedura aperta articolata in due fasi, in forma anonima, finalizzata ad individuare la migliore proposta di idee”. Una selezione in due fasi, rilevano i professionisti, la cui prima fase “la cosiddetta preselezione, consiste nella scelta dei 7 migliori curricula dei gruppi di progettazione e nell’individuazione del miglior approccio metodologico disciplinare”, e la cui seconda fase, “la selezione, consiste nella presentazione di un’idea metodologica architettonico-urbanistico ed è finalizzata ad individuare i migliori indirizzi metodologici disciplinare di tipo urbanistico ed architettonici”.

Tra i requisiti richiesti, spicca il fatto che, chi ha intenzione di partecipare, deve “aver espletato singolarmente o in gruppo, almeno 3 servizi di progettazione urbanistica attinente al tema del concorso bando per una città con popolazione non inferiore a 100.000 abitanti. Dei tre progetti richiesti, almeno uno deve riguardare la riqualificazione definizione di waterfront anche di città straniere”. Dunque, i criteri di valutazione adottati riguardo alla capacità tecnica del gruppo proponente sono relativi alla qualità dei contenuti metodologici; inoltre, tra gli elaborati dovrà essere presentato una relazione nella quale la prima parte di 3 pagine dovrebbe contenere i lavori svolti.

Secondo gli scriventi “l’amministrazione si è avvalsa della procedura del concorso di idee a due fasi, previste dal comma 7 dell’articolo 156 del codice degli appalti in caso di intervento di particolare rilevanza e complessità cosa che il waterfront di Catania”, ma le procedure indicate nel bando non sarebbero quelle previste dalla norma. “Innanzitutto – proseguono – il bando in oggetto non è un concorso, perché nella seconda parte del bando viene valutata con un peso molto alto del 70% la capacità tecnica del gruppo proponente, quindi l’esperienza maturata nel campo di riqualificazione del waterfront. Dunque – proseguono – non risulta comprensibile la motivazione per la quale in nessun modo si fa riferimento ad alcun elaborato ideativo progettuale presupposto fondamentale ad avviso degli scriventi di un concorso di idee. Inoltre – continuano – l’articolo 156 della legge del 2016 prevede un rimborso spese pari al 50% per i selezionati con meno di 5 anni di iscrizione ed un rimborso spese pari al 25% per tutti gli altri”, mentre nel bando in oggetto non si prevede un rimborso spese per tutti i selezionati.

“Non è poi riservata la quota del 30% percento ai giovani iscritti da meno di 5 anni” – continuano. Infine, le criticità sono segnalate in ordine ai requisiti di partecipazione richiesti. “In particolare, per quanto riguarda i raggruppamenti di imprese ai partecipanti infatti, per mettersi alla fase concorsuale non vengono richiesti requisiti che dovranno essere dimostrati in seguito solo dal vincitore, per cui non si comprendono le motivazioni per cui sono richiesti requisiti per la partecipazione, venendo meno la più ampia partecipazione possibile. Infine, il concorso di idee così come impostato non garantisce la l’anonimato dal momento che la busta chiusa deve contenere la descrizione dei lavori già svolti e quindi portare in calce il nome del progettista”. Da qui la richiesta all’amministrazione di chiarire e risolvere le criticità evidenziate oltre il coinvolgimento dello degli ordini interessati nel caso di pubblicazione e predisposizione di bandi.

 


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