Il tavolo era stato convocato per cercare una ennesima sponda sulla vertenza Windjet. Ma stamattina, in prefettura a Catania, i vertici della compagnia aerea siciliana sull’orlo del fallimento, non si sono presentati. E lo stesso ha fatto l’Enac, l’Ente nazionale di aviazione civile guidato da Vito Riggio. Alla riunione hanno invece preso parte i sindacati e l’assessore regionale al Lavoro, Beppe Spampinato. Obiettivo era quello di chiedere al prefetto di fare da tramite con il governo affinché intervenga sulla questione che tiene col fiato sospeso i 504 dipendenti di Windjet e tutti i lavoratori dell’indotto. In totale, 800 persone.
“Abbiamo chiesto – dice Armando Alibrandi, segretario provinciale della Uil Trasporti di Catania – un’intermediazione al prefetto affinché convinca il Governo ad occuparsi di Windjet così come si occupò di Alitalia. Mi rendo conto che la mole della compagnia è diversa, ma la Sicilia si troverebbe a pagare un prezzo molto alto se Windjet dovesse chiudere i battenti”.
“Alitalia da 8 mesi sta fagocitando, piano piano, Windjet, ‘spolpandola’ e rischiando di fare scomparire una società che finalmente permetteva ai siciliani di potere volare anche all’estero senza tappe intermedie”, afferma il segretario regionale della Uil trasporti, Angelo Mattone. E aggiunge: “Il ministro Passera finisca di tenere bordone ad Alitalia e intervenga in favore della Sicilia: questo governo la smetta di continuare a penalizzare il Sud”. Per Mattone “ci sono le possibilità di salvare Windjet, i cui debiti, per quanto trapela, sono inferiori ai 150 milioni di euro di cui si è parlato”. Per questo il segretario regionale della Uil Trasporti invita l’Enac a “restituire la licenza alla compagnia aerea siciliana affinché possa tornare a volare”.
Risoluto Riggio che spiega così la scelta di disertare la riunione di oggi: “Stanno parlando di niente – afferma –. La vecchia Alitalia ha beneficiato di diversi vantaggi grazie all’intervento governativo, ma i nuovi soci hanno versato oltre un miliardo e mezzo di euro per poter far sì che la compagnia riprendesse a volare, tant’è che le cose non si sono sbloccate fino all’inserimento della quota dovuta da parte di Air France. Pulvirenti (patron di Windjet, ndr), anziché accumulare altro debito con Windjet, avrebbe dovuto pensare a recuperare liquidità. I dipendenti di Katane (una delle aziende dell’indotto della compagnia aerea, ndr), comunque non sono a rischio in quanto saranno assorbiti in virtù di una legge che impone ad Enac la ricollocazione dei lavoratori dell’indotto di handling presso la compagnia che subentrerà a quella che ha lasciato la scopertura”.