Windjet, gli indagati si avvalgono| della facoltà di non rispondere - Live Sicilia

Windjet, gli indagati si avvalgono| della facoltà di non rispondere

Quasi completati gli esami dei 14 soggetti coinvolti nell'inchiesta sulla bancarotta della compagnia aerea lowcost. Nino Pulvirenti sarà ascoltato mercoledì prossimo.

gli inviti a comparire
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CATANIA – Quasi tutti si stanno avvalendo della facoltà di non rispondere. Sono iniziati il 21 luglio gli esami dei 14 indagati nell’inchiesta sulla presunta bancarotta della Wind jet, ma la scelta comune è quella di non rilasciare dichiarazioni. L’invito a comparire è stato notificato a Nino Pulvirenti e agli altri professionisti catanesi lo scorso 15 luglio. Le domande degli inquirenti si sono concentrate sul dissesto della Wind jet che il 9 maggio del 2013 è stata ammessa alla procedura di concordato preventivo con un passivo di oltre 238 milioni di euro. Il presidente del Cda della compagnia aerea dovrebbe essere ascoltato mercoledì: l’interrogatorio è stato posticipato proprio su richiesta di Pulvirenti per preparare una precisa memoria da presentare agli investigatori.

Insieme a Pulvirenti sono indagati: Gianmarco Abbadessa, collegio sindacale Wind Jet,  Gianni Cominu, Maintenence PH della Lowcost, Giuseppe D’Amico, Engineering Manager della compagnia, Luciano Di Fazio, Senior Partner di Emintad, società di consulenza della Wind Jet, Gianluca Cedro, Emintad,  Giulio Marchetti,  Associate Partner della Bompiani Audit, Sarah Patti, collegio sindacale Wind Jet, Vincenzo Patti, presidente collegio sindacale della compagnia,  Biagio Rantuccio, destinatario di somme di denaro sul proprio conto corrente, Stefano Rantuccio, Ad Wind Jet, Paola Santagati, commercialista di Wind Jet, Remo Simonetti,  Amministratore della Bompiani Audit, società di revisione contabile iscritta all’albo Consob, Angelo Vitaliti, componente del Cda Wind Jet.

L’indagine è stata condotta dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catania in collaborazione con i consulenti tecnici nominati dai pm titolari dell’inchiesta, Alessandro Sorrentino e Alessandra Tasciotti. Gli accertamenti contabili e finanziari hanno consentito di ricostruire le vicende societarie che hanno condotto all’aggravamento dello stato di dissesto della Wind Jet per oltre 160 milioni di euro per effetto – a detta degli inquirenti – di operazioni dolose compiute a partire dal 2005. “All’esito di accertamenti bancari, acquisizioni documentali e rogatorie internazionali svolte in Lussemburgo, Francia e Regno Unito è emerso che la Wind Jet  già dal 2005, – si legge nel comunicato diffuso dalla Finanza – aveva riportato ingenti perdite che non le consentivano più di operare sul mercato in mancanza di immissione di capitali. In base agli elementi investigativi raccolti, tali perdite sarebbero state occultate nel bilancio al 31.12.2005 con un’artificiosa operazione di valorizzazione del marchio WJ , consistita nella cessione (e retrocessione dopo pochi anni) del marchio Wind Jet in favore della Meridi s.p.a. (società di gestione di supermercati facente parte del medesimo gruppo imprenditoriale) per un importo pari a 10 milioni di euro”.

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