PALERMO – Dal 2004 al 2008 Cristian Zaccardo ha indossato la maglia del Palermo, diventando uno dei beniamini della tifoseria. Nel 2006 conquistò anche il Mondiale in Germania indossando la maglia della Nazionale Italiana.
L’ex calciatore ha voluto raccontare il suo approdo in rosanero: “Guidolin spinse molto per avermi anche in rosanero. Ho passato 4 anni in rosanero, in Serie A, anni fantastici: lo stadio era sempre pieno, in trasferta si portavano tantissimi tifosi e abbiamo conquistato l’Europa League. Col Palermo ho raggiunto la Nazionale e vinto il Mondiale 2006: al club rosanero devo tanto, spero che torni in Serie A il prima possibile”.
Nel luglio del 2019 il titolo del Palermo, dopo il bando indetto dal Sindaco Orlando, fu assegnato alla cordata guidata da Mirri e Di Piazza, ma tra quelle in corsa c’era anche la cordata guidata da Ferrero e Zaccardo svela un particolare: “Sarei potuto diventare il direttore sportivo o direttore dell’area tecnica del nuovo Palermo in Serie D, qualora avesse vinto la cordata di Ferrero: poi il tutto non si è concretizzato, il club è andato a Mirri che ho conosciuto durante una partita delle vecchie glorie del vecchio Palermo contro la squadra che militava in D”.
L’ex calciatore ricorda anche i grandi calciatori passati in rosanero: “Negli anni della mia esperienza a Palermo – dichiara Zaccardo ai microfoni di “nicoloschira.com”, e negli anni successivi, in rosanero sono passati grandissimi giocatori: il club, il presidente Zamparini e il direttore sportivo Rino Foschi stavano facendo un progetto fantastico e hanno portato grandissimi giocatori a Palermo. Dybala, Vazquez, Pastore ecc ecc. Non si capisce come si sia potuti passare da quei successi, dai 4 giocatori nell’Italia del Mondiale 2006, al fallimento e alla ripartenza dai dilettanti. Vinsi anche il Fantacalcio della squadra nel 2006”.
“Devo tanto a Zamparini, mi ha portato a Palermo e mi ha lanciato in una squadra che era ambiziosa e aveva un grandissimo progetto. Era un po’ come dottor Jekyll e mister Hyde: un grande imprenditore, molto sereno e tranquillo durante la settimana, che però soffriva tremendamente la sconfitta e quando perdeva il giorno dopo doveva sempre trovare un colpevole. Gli allenatori finivano nel mirino e spesso perdevano il posto: si passava nel giro di due settimane dall’avere un allenatore intoccabile, all’avere un tecnico esonerato”.