PALERMO – Maurizio Zamparini sbarca all’Università degli Studi di Palermo, dove ad attenderlo c’erano centinaia di ragazzi pronti ad ascoltare le sue parole durante il convegno, organizzato nell’Aula Magna della facoltà di Ingegneria, riguardo temi che partivano dalla stretta attualità economica e sociale del paese fino all’esperienza personale del patron friulano come presidente della squadra di calcio rosanero. Il presidente del club di viale del Fante ha dunque raccontato dunque i suoi esordi da imprenditore: “Ho sempre pensato di fare questo mestiere per poi dare qualcosa in cambio alla gente ma devo scusarmi con voi giovani per lo sfacelo che vi ha lasciato la mia generazione – ha esordito Zamparini – che ha pensato più ai facili guadagni e non all’amministrazione di questo paese”.
Ovvia la connessione che poi il presidente Zamparini fa tra la crescita generale dell’Italia e quella specifica della Sicilia prima e della città di Palermo poi: “In questa Regione ho incontrato davvero tanta gente che ha voglia di fare ma non ha trovato ancora il modo di far valere la propria ragione. Mi auguro di poter raccogliere sempre più proposte da parte di siciliani che vorranno far qualcosa di buono per e nella loro terra”. Il numero uno del Palermo calcio ha poi risposto alle tante domande che il pubblico, composto da giovani studenti universitari, gli ha posto. Fra queste una sulla costruzione del centro sportivo di Carini e del nuovo stadio, frenati dalla burocrazia e dalle lungaggini delle amministrazioni : “C’è la possibilità che il centro sportivo – ha proseguito Zamparini – diventi una fucina per tanti giovani laureati che vorranno mettersi alla prova, con dei corsi in cui i vostri professori ed io stesso potremmo partecipare per trasmettere le nostre conoscenze alle nuove generazioni. Stadio nuovo? Abbiamo un progetto pronto da quattro anni e attendiamo ancora che il vostro sindaco prenda la cartella dal fondo della catasta e lo metta in alto. Abbiamo della gente purtroppo qui che è nata confondendo gli investimenti con la speculazione. Dalla stagione in cui abbiamo sfiorato la Champions League è cambiata l’economia e la società e dunque anche i miei investimenti si sono evoluti”.
Zamparini poi fa una promessa al pubblico: “Costruiremo un Palermo più forte di quello di quest’anno”. Una grande squadra che ripartirà senza Paulo Dybala, ma con Franco Vazquez. Zamparini ha ammesso che entrambi gli argentini sono stati trattati con alcune tra le più grandi squadre del nostro campionato, tra queste l’Inter di Thohir e il Milan di Silvio Berlusconi, ma il Palermo è riuscito a trattenere il Mudo, ottenendo dalla cessione del numero 9 una cifra sufficiente per far quadrare i conti e avere anche qualche milione ‘extra’ per fare mercato: “Se non avessimo ceduto Dybala avremmo avuto un buco di 30 milioni da sanare. Dybala e Vazquez me li hanno chiesti sia Inter che Milan, ma nel caso di Berlusconi ho detto che Vazquez lo tenevamo per ripartire l’anno prossimo. Se Vazquez non avesse colpito tutti quei pali saremmo subito dietro a squadre come Napoli e Sampdoria, che hanno fatturati più alti rispetto ai nostri. Il tetto massimo per gli stipendi che avremo l’anno prossimo sarà di 600mila euro. Noi ci rinforzeremo con sette giocatori nuovi che arriveranno, tra questi Struna e Goldaniga che rientreranno dai prestiti”.
Sulla possibilità di scoprire nuovi giovani campioni di talento come Dybala, magari cresciuti nel vivaio rosanero, il patron si è espresso così: “In Italia non ci sono grandi opportunità di acquisto – prosegue – perchè solo le grandi possono permettersi i migliori italiani o i Dybala del caso. Noi investiamo in maniera oculata anche perchè prendiamo giovani dal Brasile o dall’Argentina che poi riescono a valorizzarsi qui da noi. Ovviamente ci auguriamo che Belotti e Bentivegna possano essere il futuro della nostra squadra. Io in dieci anni non sono riuscito ad avere un calciatore siciliano di livello a parte Bentivegna adesso e Terranova, che ora gioca nel Sassuolo. I ragazzi non giocano più per strada come una volta, quindi è difficile scovarli”.
Si prosegue parlando della stretta attualità del mercato con i giocatori che potrebbero comporre la spina dorsale del Palermo del futuro, e di altri che dopo aver dato tutto per questa maglia potrebbero lasciare la formazione rosanero: “Defrel costa caro rispetto al suo reale valore, quindi vedremo. Trajkovski dovrà ritagliarsi il posto, è il capitano della Macedonia ma cerchiamo di costruire una squadra di 23 titolari. Barreto? Il Chochev attuale è molto meglio ma oltre a lui cerchiamo altri tre giocatori. Terzi e Bolzoni sono in scadenza di contratto e hanno molto mercato, li abbiamo presi in serie B ma in serie A c’è bisogno di altre qualità. Ujkani ha bisogno di giocare quindi non ci sarà nessun rinnovo, mentre Sorrentino ha ancora un anno di contratto, quindi lo terreno con un ‘ago nel sedere’ (scherza, ndr). Viviani? Sabatini ne voleva parlare in settimana, ma gli ho detto che ci rivedremo dopo la partita con la Roma. Duarte non è Gonzalez.Trajkovski, che ci ha giocato contro in Belgio, mi ha detto che non gli ha fatto vedere la palla”.
A proposito della difficoltà nel reperire talenti nostrani, Zamparini ha sottolineato la necessità di setacciare i mercati esteri, anche quelli che fino a qualche anno fa erano fuori dai radar dei club italiani: “È difficile trovare giocatori forti da inserire subito nel grande calcio. Faccio l’esempio di Acquah che adesso gioca nella Sampdoria e prima di arrivare qui in Italia dal Ghana non aveva mai giocato una partita. C’è bisogno di specialisti per trovare i campioni del futuro, ma anche in questo caso non è molto semplice affidarsi alle persone giuste”.
Una chiosa finale, Zamparini la dedica a Frosinone e Carpi, due delle tre squadre che si sono guadagnate l’approdo in serie A dalla cadetteria. Il presidente ammette, come sempre senza peli sulla lingua, che le attuali rose difficilmente permetteranno ai ciociari e agli emiliani di dare un seguito, a quello che sarà il primo campionato in massima serie della loro storia: “Frosinone e Carpi non me ne vogliano, ma se non si attrezzano l’anno prossimo avranno grandi problemi. Riduzione della A da 20 a 18 squadre? Una proposta stupida fatta da persone stupide, solo per spartirsi ulteriormente le quote dei diritti TV. All’interno del sistema calcio, il primo valore è il denaro. Se io fossi presidente della Lega il Palermo sarebbe sfortunato perchè cercherei di fare gli interessi degli altri club piuttosto che del mio”.